REDAZIONE FIRENZE

I conti della Pergola. Giorgetti in audizione: "Dai soci solo due milioni dall’inizio dell’anno"

Il dg della Fondazione Teatro della Toscana in commissione "Era e Rifredi potrebbero ripartire, nella programmazione ci sono. Ma con meno di nove milioni l’intera macchina non regge". .

Tra i teatri della Fondazione, al momento solo la Pergola ha alzato il sipario

Tra i teatri della Fondazione, al momento solo la Pergola ha alzato il sipario

Sulla Fondazione Teatro della Toscana insiste una "problematica intensa", per usare l’espressione testuale del direttore generale Marco Giorgetti, ieri in audizione a Palazzo Vecchio per rispondere alle domande dei membri delle commissioni controllo e cultura in sede congiunta. A ballare è quel milione di euro balzato alle cronache necessario a chiudere con solidità "gli impegni triennali". Ma incombe sempre più la messa a terra del triennio successivo 2025/27. E la convocazione del prossimo cda è quanto mai attuale oltre che stringente. Il boccino è in mano della sindaca Sara Funaro.

Non aiutano alla causa, va detto, le fibrillazioni registrate tra la sindaca e il direttore generale nel mese di settembre. Nonostante, davanti ai microfoni lo stesso Giorgetti non perda occasione per descrivere come "il rapporto con l’amministrazione sia sempre stato efficacemente tenuto". Tramite l’assessore Bettarini, però. Anche perché, come evidenziato in commissione "la sindaca Funaro non è tenuta a incontrarmi. Da lei non ho avuto risposte alle lettere che erano state scritte".

Sul tavolo (dei consiglieri), resta un quadro economico finanziario prospettato dal direttore generale variegato. "Non si poteva spendere di meno per quanto riguarda le produzioni. Questo perché io devo fare, nelle attività, almeno due milioni di euro di disavanzo", precisa Giorgetti in audizione, in forza del vincolo esterno imposto dal Mic se l’interesse collettivo è il mantenimento dello status di Teatro Nazionale. Con tutta la cascata di finanziamenti l’anno, pari a due milioni. Il prezzo da pagare è il mantenimento dell’asticella "qualitativa e quantitativa" alta. A partire dai compensi dei vari Favino e Accorsi, intorno ai "120mila euro lordi". E dagli interessi bancari medi di 230mila euro l’anno: "Una cifra imponente", per Giorgetti.

In serata, sul disavanzo, arriva la puntualizzazione dalla Fondazione: "Non sono effettivi, ma si riferiscono al cosiddetto “bilancio di progetto ministeriale”, che è una modalità di rappresentazione prescritta dalle norme sulla base della quale il ministero predispone il suo finanziamento annuale". Significativo, però, è anche il dato delle scadenze di pagamento della base contributiva dei soci, che Giorgetti ha messo sul piatto davanti ai commissari: 2 milioni dal ministero, 2 dalla Regione Toscana, 1,6 dal Comune di Firenze, 1 da Cr Firenze, 800mila euro dalla Città Metropolitana e 170mila euro da Pontedera. Detto che "i 300mila euro in meno da Firenze sono stati compensati dalla Metrocittà", la specifica di Giorgetti", salta all’occhio un fatto non da poco: rispetto alla data fissata ex lege per la contribuzione al 31 marzo, "di solito arrivano entro fine anno", rivela Giorgetti. Non prima di precisare l’attuale stato dell’arte: "I contributi per l’anno in corso effettivamente versati dagli enti finanziatori sono 2 milioni, il 25% del totale". La questione si riduce alla "volontà di programmare". Per Giorgetti, "con meno di 9 milioni l’intera macchina non regge, non può funzionare". I 7,5 di base contributiva non bastano, perché la Pergola li assorbe in toto, in buona sostanza. "Delle scelte di programmazione vanno fatte", ripete il Dg. Nel frattempo, Rifredi e Era rimangono "accendibili" ma fermi ai box, in attesa del cda.

Francesco Ingardia