BENEDETTA MACCHINI
Cronaca

I disturbi alimentari: "I 10 milioni del governo servono a poco. Universo sconosciuto"

Le associazioni "Chiedimi come Sto" e "Fiocchetto Lilla" protestano in piazza Santissima Annunziata: "Un fenomeno in espansione". Lucarelli (Usl Toscana Centro): "Serve lavoro di squadra".

I disturbi alimentari: "I 10 milioni del governo servono a poco. Universo sconosciuto"

Prima, la cancellazione dalla nuova legge di bilancio del Fondo di 25 milioni di euro per sostenere l’apertura di ambulatori destinati alla cura dei disturbi del comportamento alimentare. Poi, il ripensamento del ministro della Salute Schillaci e la decisione di stanziare 10 milioni di euro per finanziare ugualmente la lotta ai disturbi alimentari. Intanto, in piazza Santissima Annunziata hanno urlato il loro dissenso i manifestanti riuniti dalle associazioni Chiedimi Come Sto, Fiocchetto Lilla e Animenta DCA, nel tentativo di gettare una luce su queste malattie invisibili. I casi di disturbi alimentari, secondo i dati forniti da Usl Toscana Centro, sono in costante aumento dal 2021, con un picco di oltre 200 visite nel primo semestre del 2023.

Le malattie sembrano presentarsi, dal periodo post pandemico in poi, con un quadro clinico molto più grave e l’età media dei pazienti si è abbassata. "È difficile avere a che fare con delle persone affette da disturbi del comportamento alimentare" spiega Stefano Lucarelli, direttore del dipartimento dedicato ai disturbi alimentari di Usl Toscana Centro. "Chi soffre di bulimia, anoressia e binge eating tende a rifiutare le cure e a considerarsi sano. Sono malattie diverse fra loro, ma tutte accomunate dalla preoccupazione eccessiva per l’alimentazione, il peso e le forme corporee". Il paziente anoressico evita di assumere l’ammontare calorico necessario per vivere, mentre chi soffre di bulimia si costringe ad abbuffate eccessive per poi attuare strategie di compensazione, dal vomito all’attività fisica. Invece, il binge eating consiste nell’ingerire ripetutamente grandi quantità di cibo. "Il confine tra queste malattie- continua Lucarelli- è labile. In un medesimo individuo si possono presentare in modo ciclico i tre disturbi nel corso della vita: prima della maggiore età l’anoressia, che poi muta in bulimia e successivamente in binge eating". Non è semplice nemmeno individuare un fattore scatenante, dato che nella genesi di un disturbo alimentare possono contribuire sia la genetica, sia un malessere di tipo sociale o psichico. "Per questo- illustra Lucarelli- noi di Usl Toscana Centro abbiamo attivato una rete di cura e supporto per chi soffre di disturbi alimentari, che mi piace definire ’florence network’.

Infatti, per affrontare una malattia dell’alimentazione sono necessarie più figure: dagli psicologi, agli psichiatri, fino ai nutrizionisti e ai medici di base. Noi gestiamo questa collaborazione affinché un paziente non venga lasciato solo a metà del suo cammino di guarigione". Il reparto Disturbi Alimentari di Usl Toscana centro, infatti, coopera con la struttura riabilitativa Villa dei Pini e gli ospedali Meyer e Careggi, nel tentativo di fornire un’assistenza multidisciplinare al paziente. "È l’unico modo - specifica Lucarelli - per aggirare i muri che chi soffre di disturbi alimentari costruisce intorno a sé, nel disperato intento di rimanere solo con la malattia". Tuttavia, il primo soccorso deve sempre provenire dai familiari e dagli affetti stretti dell’ammalato.