CHIARA OTTAVIANI
Cronaca

I dubbi del rione diviso: "Fatale per i negozi": "Ma toglierà le auto"

La paura: "Nessuno farà acquisti con la tramvia"

I dubbi del rione diviso: "Fatale per i negozi": "Ma toglierà le auto"

La paura: "Nessuno farà acquisti con la tramvia"

"Io lo chiamerei il ’ponte della speranza’. E la speranza è che le paure di noi commercianti non diventino realtà...". Paure, sì, perché chi vive le zone di Gavinana e Bellariva, teme gli effetti che il nuovo ponte avrà sulla viabilità e anche sull’affluenza di persone che frequenteranno i negozi. Alberto Iannucci lavora in piazza Gavinana e crede che prima di vedere i benefici del ponte debbano passare anni. "Nel frattempo i lavori congeleranno il traffico in questa zona della città e i commercianti ne risentiranno. Un domani sicuramente circoleranno meno auto, diminuirà l’inquinamento e così come è stato per la tramvia che collega Scandicci alla stazione Santa Maria Novella la viabilità migliorerà. Ma per questo ci vorranno anni...".

Piazza Gualfredotto sarà il luogo dove confluirà il maggior afflusso di auto e Paolo Pacini, proprietario di un’enoteca, lo ha battezzato il ’ponte dei problemi’.

"Sarà un caos, l’aumento delle auto potrebbe far pensare ad un aumento del lavoro e più visibilità per i negozi, ma le macchine non potranno più sostare in doppia corsia, dunque non si fermeranno per comprare come fanno adesso. Per noi commercianti ci sarà un drastico calo di entrate".

Con Paolo Pacini lavora anche il padre, Giorgio, 88 anni, che ha la memoria di una piazza diversa da quella di adesso, quando tutte queste auto ancora non c’erano, le persone circolavano a piedi o in bicicletta, e la piazza era vissuta davvero.

"Qui un tempo c’erano 33 attività, tra pescherie, negozi di ortofrutta, panifici, macellerie. Oggi ci sono solo tabacchini ed estetiste. Temo che un ulteriore cambiamento possa toglierle quel poco di vita che le è rimasta. Se potessi lo chiamerei ’ponte della gioventù’, la gioventù che un tempo circolava in queste zone, ma che adesso non si vede più". Ad avere più fiducia nel nuovo ponte è Marzio Balocchini, che invece confida in un reale aumento degli affari e in una piazza più frequentata.

"Lo chiamerei ’ponte Gavinana’, con la speranza che faccia conoscere ancora di più il nostro quartiere. L’unico timore è per i parcheggi, che già sono pochi, in questo modo serviranno garage sotterranei per consentirci di parcheggiare". Carlo Mazzini, invece, che ha un negozio per animali proprio in piazza Gavinana, lo ha battezzato il ’ponte del diavolo’. Nonostante la sua sia la zona in cui, terminati i lavori, le strade verranno alleggerite dal traffico, lui non è affatto contento. "Il commercio vive di viabilità.

Le persone non andranno certo a fare la spesa in tramvia, neanche se la fermata fosse proprio davanti al mio negozio. Questo era un quartiere residenziale, ben organizzato, che non aveva certo bisogno di essere stravolto.

A lungo andare, forse, si vedrà qualche beneficio, ma nel frattempo sarà un disastro". La domanda che più di tutti si è posto chi vive questi quartieri, è se realmente ce ne fosse bisogno. "Io non penso - dice Bianca Innocenti-, infatti lo chiamerei ‘ponte di troppo’, simbolo della smania di costruire e di innovare, con il rischio di stravolgere un quartiere che aveva un proprio equilibrio, per non parlare dell’identità storica di queste piazze che con il nuovo assetto scomparirà".