GurrieriIl patrimonio artistico (e archivistico) curato dall’Opera di Santa Maria del Fiore (fin dal 1296) è estesissimo, così come la tipologia delle opere. Fra i capolavori della cattedrale ci sono i due cenotafi di John Hawkwood (Giovanni Acuto) e Niccolò da Tolentino, rispettivamente di Paolo Uccello e Andrea del Castagno. Il recente intervento conservativo di questi due grandi affreschi ha giustamente suggerito – come raccomandato nella cultura del restauro – di raccoglierne e pubblicarne i risultati. Da qui il bel volume “La spada e la memoria”, curato da Lorenzo Fabbri che da decenni studia e valorizza l’archivio dell’Opera. Il volume (Officina Libraria), oltre la colta e circostanziata premessa del Fabbri, raccoglie i contributi di Timothy Verdon, Paolo Grillo, Alessandro Cecchi, Beatrice Agostini, Daniela Dini, Maurizio Seracini e Giulia Iorio. "Perché dei militari celebrati in cattedrale?" ci si può chiedere; ce lo spiegano Fabbri e Verdon nei loro saggi. Bisogna riportarsi all’identità della comunità dei cittadini, al loro spirito di indipendenza e alla conseguente capacità di tener testa militarmente all’autorità imperiale, sempre pronta a fagocitare beni, territori e realtà comunali. Da cui l’attenzione e l’ammirazione per chi ebbe a combattere per la salvaguardia dell’autonomia comunale, allora abbastanza coincidente con quella religiosa. Ciò spiega il debito di riconoscenza verso Giovanni Acuto, morto a Firenze nel 1394, mentre ricopriva l’incarico di comandante dell’esercito fiorentino; e di Niccolò Mauruzzi da Tolentino, protagonista della celebre battaglia di San Romano (1432) a cui Paolo Uccello dedicherà uno dei capolavori delle sue tre celebri opere. Il ripercorrimento dei restauri nel tempo è svolto dalla brava restauratrice Daniela Dini, l’analisi scientifica da Maurizio Seracini.
CronacaI due condottieri nel Duomo di Firenze