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I figli di due giudici al lavoro per Fiesoli In commissione un’altra bufera Forteto

Le dichiarazioni choc dell’ex magistrato Sodi: "Ne parlammo con il collega Drago e non ci parve inopportuno". Si riapre il caso ricusazione

di Stefano Brogioni

FIRENZE

L’ex giudice del tribunale dei minori di Firenze, Andrea Sodi, uno dei magistrati che frequentava il Forteto, ha ammesso alla commissione parlamentare d’inchiesta che suo figlio ha lavorato per la comunitàcooperativa di Rodolfo Fiesoli.

Ma non solo: rispondendo alle domande della senatrice 5 stelle Laura Bottici, nell’audizione del 19 ottobre, Sodi ha precisato che suo figlio, tecnico informatico, era in società con il figlio di un altro magistrato, Drago. E quel lavoro al Forteto, effettuato quando Sodi era ancora in servizio, quindi prima del 2009, lo fecero insieme. L’ex magistrato ha spiegato che Fiesoli seppe da lui che il figlio di Sodi lavorava nell’informatica e decise così di contattarlo.

"Parlammo se fosse opportuno o meno", ha detto ancora Sodi ricostruendo un confronto avvenuto all’epoca con il collega, "ma quando seppe che loro (la comunità il Forteto, ndr) non riscuoteva le rette per i minori che erano lì, disse che era possibile. Invece se avessero riscosso le rette, no".

Il riferimento è al fatto che la comunità di Vicchio rinunciava volontariamente ai rimborsi previsti per ogni bambino che veniva a loro affidato dal tribunale: questa circostanza dei mancati rimborsi avrebbe rimosso ogni ostacolo a un rapporto professionale tra un congiunto di un magistrato e la comunità finita nel ciclone.

Ma Sodi, con le sue dichiarazioni alla commissione che deve fare luce sul black-out politico-istituzionale che ha permesso decine di affidamenti a una struttura guidata da un condannato per maltrattamenti com’era Fiesoli sin dal 1985, ha indirettamente riacceso un focolaio di una vecchia polemica relativa al processo di primo grado alla “setta“.

Il Drago a cui si riferisce l’ex giudice del tribunale dei minori, si potrebbe identificare nell’ex presidente della Corte d’Appello di Firenze, Fabio Massimo, andato in pensione nel 2015.

Fabio Massimo Drago è stato il presidente del collegio, in cui figuravano i giudici Maria Cannizzaro e Silvia Martuscelli, che accolse la ricusazione del difensore di Fiesoli. Era l’estate del 2014, e successe un terremoto nel bel mezzo del processo di primo grado: molti puntarono il dito sull’opportunità che la giudice Cannizzaro (che precedentemente aveva lavorato al tribunale dei minori) si fosse espressa sulla questione.

Quell’atto firmato da Drago-Cannizzaro-Martuscelli sarà poi annullato dalla Cassazione e il giudice Marco Bouchard, che secondo le istanze di ricusazione si sarebbe “sbilanciato“ in favore dell’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Ornella Galeotti, nel corso dell’esame di due imputati, tornò a guidare il collegio che poi condannerà Fiesoli e molti altri suoi fedelissimi.

Oggi, Fiesoli sta scontando una condanna definitiva a 14 anni e 10 mesi nel carcere di Padova. L’iter giudiziario si è concluso e dopo due commissioni regionali, il Parlamento ha dato il via a una "bicamerale" tutt’ora in attività.

Bicamerale che sta insistendo molto sui magistrati, o ex magistrati, che hanno avuto rapporti con la comunità di Vicchio o direttamente con il “profeta“. "Mi pare che anche la dottoressa Francesca Ceroni frequentasse il Forteto", ha detto ancora Sodi. Anche Ceroni è stata al tribunale dei minori.

Ma da qui in poi, la registrazione è interrotta dalla secretazione.

Anche la deposizione del magistrato Cannizzaro, sentita il 5 ottobre scorso, è stata coperta dal segreto.