di Iacopo Nathan
All’interno del polmone verde della città, nello sconfinato parco delle Cascine, si è consumata l’ennesima, triste, mattinata di ordinaria follia. La fermata Monni-Cascine della tramvia è da sempre il luogo più critico: intorno alle 8.30 di mattina sono stati esplosi due colpi di pistola, fortunatamente in aria e senza ferire nessuno.
Quello che succede quotidianamente è sotto gli occhi di tutti, soprattutto nelle zone interne del parco, dove sempre meno fiorentini si sentono liberi di passeggiare. Ma l’episodio di ieri ha portato il livello di allerta a un gradino ancora superiore. E bastava passeggiare per il parco, nelle ore successive alla sparatoria, per sentir rimbalzare ovunque lo stesso argomento, con la paura, crescente, di tutti.
"Oggi pomeriggio ci ho pensato bene prima di passare dalle Cascine – spiega Sara Villoresi -. Purtroppo devo passarci tutti i giorni, quando porto e poivado a riprendere la mia bambina a casa. Ogni volta ho molta paura, vado sempre di corsa, guardandomi in giro, quello che si sente tutti i giorni fa spavento, e la sparatoria è stata l’ultima goccia. Fortunatamente non ho sentito il colpo: sono passata poco prima che succedesse, e non voglio immaginarmi cosa sarebbe potuto succedere altrimenti".
"Non è pensabile vivere così a Firenze – aggiunge Marco Fusco -. Oltre che passarci, facendo l’ambulante lavoro al mercato che viene fatto qui. È veramente incredibile quel che è successo, non è accettabile che si spari in un giardino così grande, pieno di persone. Non riesco a capire, poi, come le forze dell’ordine non intervengano davvero: perché non venga fatto qualcosa di forte per cambiare la situazione in una zona che sappiamo tutti essere in mano a spacciatori e delinquenti? La zona della fermata Monni è invivibile, è stata abbandonata da quando sono state chiuse le discoteche anni fa: da quel momento la città ha consegnato il parco in mano ai delinquenti". "Passo alle Cascine la mattina presto, per fare jogging – racconta Francesco Menarini -. Inizialmente venivo la sera, dopo il lavoro, ma poi mi sono reso conto che non è una cosa fattibile, anzi è spaventoso passarci quando fa buio, specie d’inverno. Con la sparatoria credo si sia passato il limite. Non si può camminare tranquilli, non mi sento più sicuro nemmeno a portare mio figlio: un disastro".
"Dalla fermata Monni è obbligatorio stare alla larga, vietato passarci – rassegnata Camilla Fantacci -. Passo dalle Cascine da 7 anni, visto che lavoro in zona, e la situazione sta peggiorando di anno in anno. Prima non c’era da aver paura, ora non si può neanche passare dopo le 22 se non si vuole vivere un incubo. La sparatoria è solo la punta dell’iceberg, ogni giorno si vede di tutto, dalla violenza, allo spaccio a mille altre cose che fanno davvero paura".