
di Cosimo Ballini
Il rincaro energetico colpisce basso anche le imprese del cotto, specialmente le bollette del gas stanno mettendo in ginocchio le fornaci artigiane costringedole a costi sempre più salati. A Impruneta, la "città del cotto", rinomata da secoli per i suoi prodotti in terracotta, come mattoni, vasi, statue e altri complementi d’arredo, la cottura degli oggetti avviene nei forni a gas. E’ una fase fondamentale del processo di produzione, fatta di infornate, in media una a settimana, che si protraggono per tre giorni consecutivi.
"Inevitabilmente il rincaro del gas ci ha colpito – dice preoccupata Costanza Masini, titolare della storica Terrecotte Masini – e le bollette sono più che duplicate. Come soluzione siamo costretti ad aumentare i prezzi sul listino, ma la vera difficoltà è far comprendere questa necessità al cliente estero, che è il nostro acquirente principale".
La scelta di aumentare il prezzo sul listino per sopperire all’incremento dei costi in bolletta, finora, non è stata adottata dalla fornace Poggi Ugo Terrecotte. "Per il momento la produzione resta invariata con quattro cotture al mese – spiega il titolare Lorenzo Andrei –. Chiaramente la bolletta del gas si fa sentire. Per capirsi: a luglio dello scorso anno ne è arrivata una di circa 3000 euro, mentre quest’anno è praticamente quadruplicata. Speriamo davvero che la situazione migliori in fretta".
L’acquisto di un nuovo forno a ridotto consumo energetico ha attutito in parte il colpo per l’Antica Fornace Mariani Mital Terrecotte, abituata a due cicli di cottura a settimana. "La bolletta di luglio è stata di 1.888 euro, più che triplicata rispetto ai 588 dell’anno scorso – dice il responsabile Vittorio Mariani –. Ciononostante per il momento non abbiamo rincarato il nostro listino prezzi, ma quando la situazione non sarà più sostenibile saremo costretti a cambiare strategia".
Durissima la spesa anche per la Manifattura Impruneta, impresa nota sul territorio per la sua produzione di vasi e pavimenti in cotto. "La situazione è drammatica – dice esasperato il titolare Damiano Cioffi – a luglio 2021 abbiamo speso di gas 1.924 euro, mentre quest’anno 19.314 euro! Questi costi fanno riferimento a un’infornata a settimana, ma stiamo pensando di ridurre a due forni al mese per cercare di contenere le spese. Ovviamente la produzione ne risente in modo critico e fare magazzino è impensabile. Speriamo in un miracolo!".