
I frati cappuccini lasciano il Mugello "Il convento aprirà una volta al mese"
di Paolo Guidotti
Era una presenza antica, e ancora apprezzata, quella dei Cappuccini al convento francescano di San Carlo, nel comune di Borgo San Lorenzo: un centro di spiritualità e di pratica religiose per tante persone che salivano al convento posto sulla collinetta vicina alla grande casa di riposo "San Francesco", e venivano e vengono da tutto il Mugello. Ma questa presenza sta per finire, perché presto, nel prossimo mese di settembre, i Cappuccini lasceranno il convento mugellano. Appena la notizia si è diffusa, notevole è stata l’eco, il disappunto e il dispiacere espresso sui social, anche se non pochi interventi, di diversi mugellani, rilevano che la crisi delle vocazioni rende difficilmente evitabili le scelte di ridimensionamento della rete dei conventi. Lo sottolinea anche il superiore provinciale dei Cappuccini, fra’ Andrea, che ci risponde dal convento fiorentino di Montughi. "La decisione – spiega – nasce dal fatto che c’è da tempo una diminuzione di vocazioni, e non possiamo mantenere fraternità con numeri troppo ridotti". Però subito chiarisce: "Il convento di San Carlo in Mugello non chiuderà, e non dico questo per addolcire la pillola: i fedeli potranno constatare che sarà proprio così. Non ci sarà presenza fissa nel convento, ma un frate continuerà a fare servizio per il locale Terz’Ordine, e uno-due frati, non sappiamo ancora se una o due volte al mese, andranno a proporre un percorso spirituale alle persone interessate. Non è detto che diminuisca la qualità del nostro supporto, vogliamo continuare ad essere presenti in Mugello".
Fra’ Andrea fa un ragionamento intriso di realismo, e con un pizzico di speranza: "Quel convento, nella sua storia, è stato chiuso e riaperto più volte. Ora ritiriamo la fraternità, perché non possiamo fare una fraternità con così pochi frati. Ma quando saremo in grado di ricostituire la fraternità o cambierà qualche strategia, potremo ripartire. Non è certo una scelta irreversibile, si può sempre tornare indietro".
Adesso nel convento di Borgo San Lorenzo ci sono tre religiosi, e uno di questi in difficoltà fisiche: "Rimarrebbero in due, e in due non si può costituire una fraternità", dice il superiore provinciale. "Il minimo sarebbe tre, ma di solito adesso cerchiamo di costituire fraternità con 6-7 frati". E fra’ Andrea continua: "Per noi è comunque un grande dolore ritirare la fraternità da Borgo San Lorenzo. Ma abbiamo quattro conventi a Firenze, a Massa neppure uno, per fare un esempio. E qui a Firenze dovevamo chiuderne uno: ma Careggi ha l’ospedale da seguire, Montughi è la casa madre, e San Casciano ha il centro missionario. Così la scelta è caduta su Borgo San Lorenzo". Ma, conclude il superiore provinciale, con la partenza dei frati cappuccini dal convento borghigiano, non verrà meno la presenza francescana in Mugello: "Rimane presente il Terz’Ordine Francescano di San Carlo, anche per la gestione del convento. La presenza dei terziari è la presenza di san Francesco, sono veri e propri francescani, e di loro abbiamo la massima fiducia". Peraltro il Terz’Ordine mugellano è alle prese anche con un’altra questione delicata, la possibile cessione della gestione della casa di riposo San Francesco. "Ancora di tale questione – dice Fra’ Andrea – devo parlarne con il responsabile del Terz’Ordine -. Non sono comunque vicenda legate, la decisione di ritirare la fraternità dal convento prescinde da ciò che accadrà alla casa di riposo".