I giorni del fango alla gola. Funaro: "Ora città spugna". E Gambelli lancia il monito

Il ricordo delle vittime del ’66. La sindaca: "Stombare i fiumi, sì a fasi costruttive". L’arcivescovo: "Dobbiamo curare la casa comune". Giani: "Ristori, altri 7 milioni".

I giorni del fango alla gola. Funaro: "Ora città spugna". E Gambelli lancia il monito

La sindaca Sara Funaro e il governatore Eugenio Giani durante la cerimonia che si è conclusa con la tradizionale corona d’alloro lanciata in Arno per commemorare le vittime dell’alluvione del 1966

Un triplo binario per la sicurezza idraulica di Firenze. Da una parte il concetto di città spugna, che rimarca la sindaca Sara Funaro ovvero tutte quelle azioni – dalla necessità di avere più verde all’asfalto che assorbe – in grado di evitare il rischio di inondazioni. Dall’altra parte l’arcivescovo di Firenze, Gherardo Gambelli che ricorda che le alluvioni descrivono una "realtà che si rivela sempre più grande delle nostre forze o idee". Il presidente della Regione, Eugenio Giani annuncia la volontà di "ritagliare nel bilancio 6-7 milioni di euro per consentire l’immediato soccorso per coloro che hanno subito danni" in Toscana negli ultimi 40 giorni. Il 58/o anniversario dall’alluvione di Firenze porta in dote diverse particolarità.

Intanto il dramma dell’attualità: Valencia è sott’acqua. Valencia in Spagna, non chissà dove. Qui vicino: significa che l’emergenza climatica c’è e chi sostiene il contrario ha una visione cieca della vita. C’è pure l’aspetto sentimentale. È la prima volta di Funaro in veste di sindaca. Suo nonno, Piero Bargellini, fu il sindaco dell’alluvione. Quando Funaro indossa, davanti alla Basilica di Santa Croce, la fascia da sindaco probabilmente ha un flashback sul nonno. Tanto che poi ricorda come Bargellini "coordinò senza sosta lavori e soccorsi, lavorando 24 ore al giorno, richiamando l’attenzione del mondo su questa tragedia". La sindaca usa anche l’immagine – forte – della Firenze "col fango alla gola". Momenti cupi che fecero il giro del mondo. E sta accadendo, forse però in misura minore, anche a Valencia: "Il mio auspicio è che Valencia possa avere la stessa solidarietà, amore e partecipazione che ha avuto la nostra meravigliosa Firenze" afferma Funaro.

Anche per Gambelli si tratta di una prima volta: "Vi sono momenti, come fu quello dell’alluvione, in cui, spogliati di molto se non di tutto, torniamo a vivere l’esperienza comune di essere fondamentalmente bisognosi" riflette a voce alta nell’omelia. È un 4 novembre con spunti di novità. Ma pure con certezze. Il presidente Giani – per lui non è certo la prima volta in quel ruolo alle commemorazioni di un evento del genere – ricorda che la Regione è stata vicina durante la tragedia, tra Campi e Prato, del 2 e 3 novembre. Vicina e non con una pacca sulla spalla. Con 25 milioni di euro, per aiutare chi ha perso tutto. Adesso, viste le altre alluvioni degli ultimi 40 giorni in Toscana, ci saranno a disposizione altri 6-7 milioni di ristori. Come a dire che la Regione non dà solo pacche sulle spalle. Agisce. Un’altra certezza è la presenza alle commemorazioni di Franco Mariani, che tutto sa di quelle drammatiche giornate.

Niccolò Gramigni