LISA CIARDI
Cronaca

I giovani toscani, così depressi. Ansia e dipendenza digitale. E’ la coda velenosa del Covid

I dati del questionario online dell’Ordine degli Psicologi mette tutti con le spalle al muro. Il 63% del campione ha comportamenti problematici legati all’uso dei videogiochi. .

Antonio Mazzeo

Antonio Mazzeo

Aumentano le dipendenze digitali tra gli adolescenti toscani. Lo certificano 7 psicologi su 10, fra quelli che hanno partecipato allo studio condotto, tramite un questionario online, fra gli iscritti all’Ordine degli Psicologi della Toscana, in collaborazione con il Laboratorio di Psicometria (Dipartimento Neurofarba) dell’Università degli Studi di Firenze. L’indagine, che si è svolta da marzo a giugno 2024 (riferita al periodo marzo 2023 - marzo 2024), è stata presentata ieri, in Consiglio regionale, da Caterina Primi, professoressa ordinaria di Psicometria e presidente della Scuola di Psicologia dell’Università degli Studi di Firenze, e Rossella Capecchi, segretario dell’Ordine Psicologi della Toscana. Fra gli intervenuti, il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, la presidente dell’Ordine Psicologi della Toscana Maria Antonietta Gulino, il presidente della terza Commissione Enrico Sostegni e il consigliere Andrea Vannucci.

Al report hanno partecipato 644 professionisti di tutte le province, ai quali è stato chiesto se riscontrassero cambiamenti nelle richieste di supporto e quali fossero le principali questioni che affliggono i toscani. Le risposte più preoccupanti sono quelle relative agli adolescenti, dei quali si occupa l’80% del campione intervistato. Il 71% dichiara di averne in trattamento per comportamenti problematici legati all’uso di internet e il 63% per abuso di videogiochi. Il 68% dei professionisti ha riscontrato un aumento delle richieste di assistenza soprattutto per ansia (87%), problemi relazionali (83%) e dipendenze digitali con abuso di internet e di videogiochi (68%). Preoccupa anche il gioco d’azzardo online (10%). Tra chi segue i giovani adulti (88% del campione) il quadro è altrettanto problematico.

Il 62% di questi professionisti ha infatti riscontrato un aumento delle richieste soprattutto per sintomi ansiosi (83%), problemi relazionali (77%) e sintomi depressivi (66%). Particolarmente diffusi tra i più giovani anche i disturbi alimentari. Il 34% degli psicologi si occupa di bambini e, tra questi, il 51% ha constatato un aumento delle richieste soprattutto per ansia (83%), problemi relazionali (80%) e dipendenze digitali (68%). Tra i professionisti che seguono adulti (79% del campione), il 54% dichiara di non aver registrato differenze rispetto all’anno precedente: ansia (72%), sintomi depressivi (62%) e problemi relazionali (61%) sono le principali forme di disagio. Emergono poi la dipendenza dal tabacco, l’abuso di alcol, Internet e psicofarmaci. Infine, degli anziani si occupa il 27% degli psicologi coinvolti, con numeri stabili, ma problematiche in crescita per disturbi del sonno (64%), ansia (60%) e sintomi depressivi (56%).

"I dati – ha detto la presidente dell’Ordine, Gulino – confermano una situazione nata prima del Covid e accentuata dalla pandemia, la cui coda si fa ancora sentire. Il report evidenzia come i più giovani siano maggiormente colpiti. Ma è importante che siano loro stessi a chiedere sostegno psicologico, superando un tabù sociale che sembrava duro a morire". Intanto in Toscana prosegue la sperimentazione (durata complessiva 18 mesi) dello psicologo di base. "Questa legge è stata una norma di civiltà – ha detto il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo -. Nei prossimi mesi dobbiamo fare in modo che la sperimentazione si trasformi e che tutti i territori possano avere lo psicologo di base. Metteremo tutte le risorse che servono, perché quando un servizio di prossimità funziona e la qualità della vita delle persone può migliorare, il compito di una buona politica è cercare risorse, riorganizzando le attività. È la strada da perseguire tutti insieme: Consiglio regionale e giunta".