Non è da sottovalutare lo scempio che viene fatto con le bombolette spray sui muri delle chiese e dei palazzi, sui bandoni e le vetrine dei negozi, sugli autobus o ovunque c’è una superficie pulita da poter imbrattare. Firenze conosce certo mali peggiori in fatto di ordine pubblico e sicurezza: dalla violenza allo spaccio, a quella nefasta ’occupazione’ notturna delle vie e delle piazze che porta a spaccate, furti e perfino aggressioni, tali da costringere le autorità a creare ’zone rosse’ e a moltiplicare le forze dell’ordine impiegate. Non si può parlare tuttavia di innocue bravate di qualche disadattato che si risolvono al massimo col far ripulire le parti imbrattate dalle frasi e dai disegni spesso sconclusionati. L’arte di strada e i graffiti sono ben altra cosa rispetto agli atti vandalici. L’irritazione per quei gesti gratuiti e insensati è duplice, specie quando si colpiscono anche ripetutamente e in modo deliberato luoghi religiosi come è accaduto alla chiesa di Santo Spirito. Un’offesa grave per un luogo religioso che ferisce quanti hanno diritto di esigerne il rispetto, dai religiosi, chiamati ad averne cura, agli stessi fedeli. Non secondario il danno al patrimonio artistico e culturale appartenente a tutti, costitutivo dell’identità stessa della nostra comunità: resta indimenticabile la scena dell’allora sindaco Dario Nardella pronto a bloccare in pieno giorno un giovane impegnato a deturpare per protesta le pietre di Palazzo Vecchio.
Ha ragione padre Giuseppe Pagani, il priore di Santo Spirito, che fra amarezza e comprensibile indignazione ha detto: "Questo sfregio penso sia figlio del ‘dolce far niente’ di certe persone. Se la mattina dovessero alzarsi per andare al lavoro…". Se i balordi che di notte infestano la città fossero attesi da una giornata di impegnativo e faticoso lavoro come la gente normale, non avrebbero probabilmente né tempo né voglia di dedicarsi alle sciocche "imprese", magnificate magari attraverso i social. Le parole di padre Pagano richiamano al rispetto della Costituzione: il nostro Stato è una Repubblica fondata sul lavoro, sul diritto-dovere di tutti ad avere una occupazione e ad esercitarla, non sul ’dolce far niente’, comunque motivato. Occorre tanta paziente educazione.