
E’ successo tutto intorno all’una. L’ipotesi della bravata. Solidarietà di Funaro e Paulesu: "Ferma condanna"
di Teresa Scarcella
"Chi brucia libri, brucia anime" sono le parole di rabbia e sconforto di Marco, 41 anni, senza fissa dimora, noto come ’Il libraio delle Cure’, di fronte a quel cumulo di cenere che sono ormai i suoi testi. Una piccola parte del suo tesoretto raccolto grazie alle tante donazioni, che l’uomo teneva nel sottopasso per il book sharing, e che venerdì notte è andato in fumo. Le fiamme hanno risparmiato solo una decina di testi. La mattina di ieri, per Marco, ha avuto l’amaro in bocca e la puzza di bruciato nelle narici, che nemmeno il caffè è riuscito a neutralizzare. "Per fortuna non ero lì a dormire e avevo la mia roba dietro - racconta indicando lo zaino sulle spalle - sono arrivato alle 9 e ho trovato tutto bruciato".
Un incidente, un dispetto o una bravata. Quest’ultima sembra essere al momento l’ipotesi più acclarata dalle indagini della polizia municipale, che hanno visionato le immagini delle telecamere che puntano sulla piazza. Ma per Marco ci sarebbe altro: "Lo hanno fatto apposta. Avevo già ricevuto delle minacce in passato" racconta senza distogliere lo sguardo da quelle pagine annerite. ’La città che scotta’ è uno dei titoli rimasti leggibili. L’altra sera, però, il sottopasso bruciava. "Era poco prima dell’una, stavo tornando a casa insieme a un amico quando ho visto le fiamme alte divorare i libri e il muro - racconta Daniela Memole, la giovane che ha allertato i vigili del fuoco - ho fatto un video e poi ho chiamato subito il 115. Abbiamo visto due ragazzini allontanarsi, ma non so dire se fossero di passaggio o meno. Ci siamo allontanati di corsa, c’era tanto fumo".
E l’odore di bruciato era intenso anche il giorno dopo, almeno fino a quando gli operatori di Alia non sono arrivati a ripulire, intorno all’ora di pranzo. Spento il fuoco, l’atmosfera è rimasta comunque rovente. "Ci sono persone cattive in giro" dicono i senzatetto che vivono lì. "Stamattina (ieri per chi legge ndr) qualcuno ha dato fuoco alla mia coperta - racconta un altro clochard, mostrando quelle che sembrano delle ustioni sul piede". Nella la concitazione generale, tra le polemiche di alcuni (pochi) passanti che urlano al degrado e puntano il dito su quei giacigli, in tantissimi si avvicinano al libraio e gli dedicano parole di conforto. Solidarietà anche dalla sindaca Sara Funaro, "Un’azione gravissima - dice -i testi non si bruciano, sono strumenti di crescita. La nostra città non può tollerare", e dell’assessore al Welfare, Nicola Paulesu, che arriva al sottopasso. "Piena condanna per questo gesto inqualificabile – commenta - che ci spinge a proseguire con sempre più convinzione verso le politiche inclusive". "Fiamme che distruggono pensiero e civiltà, che non costruiscono ma disprezzano, che segnano il declino della nostra città - è l’ammonizione di don Vincenzo Russo, presidente della Madonnina del Grappa - Dieci, cento, mille librerie di Marco noi ricostruiremo: quella è la luce di cui abbiamo bisogno, non quella delle fiamme dell’ignoranza". "Non mi fermerò, anzi vado avanti - ribadisce Marco -. C’è tanta gente che mi vuole bene". Ed effettivamente sono molti quelli che lo abbracciano. Lo conoscono tutti nel quartiere e nessuno rimane indifferente. Tra di loro c’è anche l’attrice fiorentina Daniela Morozzi che, come molti altri, ha preso a cuore la sua storia.
Una storia in salita quella di Marco, da 4 anni a Firenze e da un anno e mezzo alle Cure. Solo una decina di giorni fa si era visto ritirare dal Comune la multa da 5mila euro ricevuta a febbraio scorso, proprio per quei libri nel sottopasso, ma che facevano parte di un progetto avviato con amministrazione e l’associazione ’Solidarietà arcobaleno’. Non ha fatto in tempo a gioire che ecco la beffa. "Non sono preoccupato. Grazie alla grande solidarietà ho raccolto 9mila libri - conclude - e sono convinto che tanti altri arriveranno". E finiranno sul banchino, sotto il cielo di piazza delle Cure e i tendoni del mercato, che ha potuto aprire grazie alla rete di supporto nata intorno a lui e che gli permette di avere un mezzo di sostentamento, una possibilità. Oggi affumicata, ma ancora in piedi.