A Piero Gobetti dedicò l’articolo di esordio come giornalista nel 1948. E da allora in poi, il filosofo, editore, traduttore e antifascista, fu per lui una figura centrale, colui che più di altri influenzò la sua idea di Italia, "con la sua complessità e della sua fragilità". Non è quindi un caso se, nell’anno del centenario della nascita di Giovanni Spadolini, (Firenze, 21 giugno 1925 – Roma, 4 agosto 1994), il doppio ciclo d’incontri dal titolo “Maestri e compagni”, inizia proprio con la conferenza di Paolo Bagnoli sul sodalizio di Spadolini con la figura e l’opera di Piero Gobetti.
L’appuntamento è per giovedì prossimo alle 17, nella Sala Convegni di Via Bufalini 6 a Firenze.
A organizzare un doppio ciclo di incontri, in collaborazione con la Fondazione Biblioteche Cassa di Risparmio di Firenze, è la Fondazione Spadolini Nuova Antologia, che già dall’anno scorso ha iniziato un articolato e prestigioso calendario di iniziative, che andrà avanti per tutto il 2025. Dopo Gobetti, l’approfondimento delle figure che sono state fondamentali per Spadolini proseguiranno con Giovanni Papini, Benedetto Croce, Mario Missiroli, Mario Pannunzio.
"Nel primo appuntamento – commenta Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia – il professor Paolo Bagnoli ricostruirà il sodalizio di Spadolini con la figura e l’opera di Gobetti. I relatori incaricati dal nostro progetto sono tra i più autorevoli specialisti delle personalità e del pensiero di quei protagonisti che hanno rappresentato punti di riferimento autentici per Spadolini, sia dal punto di vista politico-culturale che umano. Le celebrazioni per il centenario della nascita, però, non si limiteranno a ricordarne la vita e l’operato, ma risponderanno anche a una precisa esigenza di conservazione, fruizione e approfondimento del suo lascito intellettuale, politico e giornalistico, attraverso una serie di eventi e iniziative di varia natura, articolate tra la sua natia Firenze, e le città particolarmente significative nella storia personale e professionale dello statista fiorentino".
A ribadire l’impronta lasciata da Gobetti in Spadolini, restano le parole dello stesso statista, che nella prefazione al volume “Gobetti. Un’idea dell’Italia“, scriveva: "Nella mia vita Gobetti è stato l’inalterabile punto di riferimento, il costante termine di paragone, nelle convergenze, nelle discussioni, negli approfondimenti, anche nelle revisioni. Ricordare Gobetti vuol dire guardare a un’altra Italia, quella in cui egli credette e per la quale si sacrificò, perché dalla nostra sofferenza nascesse uno spirito, perché nel sacrificio dei suoi sacerdoti questo popolo riconoscesse se stesso".
Paolo Bagnoli ricorda infatti che Spadolini non cessò mai di indagare la figura di Gobetti, colui che influenzò l’idea sull’Italia, di "quella certa idea dell’Italia, che diventerà motivo permanente della sua riflessione nella ricerca e nella costruzione di una”Italia civile”".
Al ciclo sui “maestri“ dello storico e statista, seguirà nel 2026 quello dedicato a “i compagni“, per evidenziare i rapporti con alcune personalità della cultura storica e politica che hanno accompagnato la sua lunga militanza civile: Ugo La Malfa, Norberto Bobbio, Leo Valiani, Renzo De Felice e Rosario Romeo.
Tutto il programma su www.nuovaantologia.it