I Martiri di Fiesole: "Io nata dal sacrificio dei carabinieri". L’abbraccio di Crosetto

Camilla, 13 anni è la pronipote di Enrico Jahier, uno dei dieci ostaggi che dovevano essere fucilati dai nazisti come atto di rappresaglia "È una storia che la mia famiglia non dimenticherà mai".

I Martiri di Fiesole: "Io nata dal sacrificio dei carabinieri". L’abbraccio di Crosetto

Camilla, 13 anni è la pronipote di Enrico Jahier, uno dei dieci ostaggi che dovevano essere fucilati dai nazisti come atto di rappresaglia "È una storia che la mia famiglia non dimenticherà mai".

di Olga Mugnaini

FIESOLE

"Oltre ai parenti di questi martiri, ci vorrebbero anche i discendenti degli ostaggi, di coloro che sono nati grazie al sacrifico di questi eroi".

Il ministro della difesa Guido Crosetto non ha solo deposto una corona d’alloro. Davanti alla lapide in memoria dei tre carabinieri di Fiesole, che il 12 agosto del 1944 diedero la vita per liberare i dieci civili rastrellati dai nazifascisti, ha ricordato il senso di quel sacrificio: "Nella divisa che indossa ogni Carabiniere c’è la storia di chi lo ha preceduto. Ci sono Alberto La Rocca, Vittorio Marandola e Fulvio Sbarretti, c’è Salvo D’Acquisto. C’è il loro esempio".

E poi un raggio di sole, come a soddisfare il desiderio di Crosetto, perché fra le tante persone presenti alla cerimonia c’era anche lei, Camilla Roselli, una ragazzina di 13 anni, occhi verdi e capelli lunghi, che è proprio la testimonianza della vita nata dal sacrificio dei tre carabinieri.

Lei è la pronipote di Enrico Jahier, uno dei dieci ostaggi che stava per essere fucilato dai nazisti come atto di rappresaglia contro un’azione dei partigiani. Poi, i tre carabinieri si consegnarono chiedendo lo scambio: la loro vita per la libertà di quei civili innocenti.

Camilla, conoscevi la storia dei tre carabinieri martiri di Fiesole?

"Sì, ne ho sempre sentito parlare in famiglia. E’ una storia che i miei genitori e soprattutto i miei nonni non hanno mai dimenticato e che hanno sempre raccontato con grande commozione".

E come te l’hanno raccontata questa vicenda?

"Enrico Jahier era mio bisnonno, dalla parte della mia mamma. Mi dicevano che fu catturato e fatto prigioniero insieme ad altri, anche se non aveva fatto niente di male. Stavano per essere uccisi tutti, poi ci furono tre carabinieri che si sacrificarono al posto loro. Non erano neppure di Fiesole, non conoscevano quelle persone che stavano per essere fucilate, ma loro lo fecero lo stesso. Insomma, se io sono nata è anche merito loro".

Perché sei venuta alla cerimonia?

"Sono stati proprio i miei genitori a dirmi di venire: “Vai con i tuoi compagni di classe, perché è una cosa importante!“ Ed eccomi qua, con tutti i miei amici di terza media".

A fine cerimonia il ministro Crosetto si è preso Camilla fra le braccia e l’ha tenuta stretta, guardando con lei un’ultima volta quella lapide che ricorda quei tre martiri ventenni.