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Il tentativo (fallito) di sfratto ieri mattina alle Cure
Firenze, 22 febbraio 2025 – Tentativo di sfratto per morosità numero otto. Esito: fallito. Contorni ormai grotteschi quelli assunti dalla ’novella dello stento’ che ha come location un’elegante palazzina di via Passavanti alle Cure.
Neanche ieri Gea Mostardini – la cui odissea avevamo raccontato sulle pagine de La Nazione lo scorso 14 febbraio – è riuscita a rientrare in possesso del mazzo di chiavi di casa che è invece rimasto alla giovane coppia di inquilini morosi, in affitto (si fa per dire...) ormai da diversi anni. La presenza nell’abitazione di un minore, il figlioletto della coppia appunto, non ha permesso all’ufficiale giudiziario di ultimare il suo lavoro. Ergo – ancora una volta – nulla di fatto.
Facciamo un piccolo passo indietro. Gea possiede un appartamento di due stanze, più cucina e un piccolo resede al piano terra di un piccolo palazzo. Sulla carta – vista la tendenza degli ultimi anni e il giro d’affari in costante aumento e, soprattutto alla luce del freno agli affittacamere in centro storico con relativo vento in poppa per le case nei rioni bene – sarebbe un appartamentino perfetto da affidare al business degli affitti brevi. Ma Gea agisce d’istinto e fa una scelta decisamente controcorrente ("Che non farò mai più" si affretta ora a precisare arrabbiatissima): un anno prima dell’esplosione dell’emergenza Covid decide di affittare la casa con regolare contratto registrato e cedolare secca l’immobile a una giovane coppia.
"Conoscevo i rischi. – riconosce la donna – ’E se poi non pagano...’ mi chiedevo... Ma io sono una persona perbene che istintivamente tende a fidarsi sempre delle persone e così decisi di affittare a questi due ragazzi" ci raccontò poco più di una settimana fa.
"Per alcuni mesi pagarono regolarmente l’affitto, nessun problema" prosegue. Poi però qualcosa s’inceppa: "A un certo punto smisero di pagare l’affitto, i 750 euro al mese che in questa zona sono anche una richiesta tutto sommato bassa".
Passano mesi e mesi ma di pagare la coppia non ne vuol più sapere. "Anzi – rimarca Gea – da cordiali che erano inizialmente il loro atteggiamento era pure radicalmente cambiato. Sono diventati scontrosi, supponenti, perfino aggressivi nei modi di fare". Così l’avvocato inizia l’iter per recuperare l’immobile. Sfratto per morosità che viene convalidato nel 2022. Nulla cambia e si passa alla seconda fase: sfratto con la forza pubblica.
"Ma ogni volta che arrivavano gli agenti il padre andava a prendere il figlioletto all’asilo e lo portava in casa. In presenza di un minore non si può ovviamente procedere".
Prima volta, seconda volta, terza, quarta e così via. Neanche uno spicciolo di affitto ma grane su grane. Anche con gli altri condomini. La beffa delle beffe arriva a uno degli ultimi tentativi di sfratto. Stavolta il bimbo non c’è ma la coppia fa trovare in casa un cane. Neanche in questi casi si può intervenire.
Ieri ultimo atto, l’ottavo. Alle dieci del mattino si procede con il tentativo di sfratto. Momenti concitati, tensione, e poi nulla di fatto. C’è il bimbo in casa. Di nuovo rinviato. Ma a quanto pare per Gea l’incubo sta per finire. Secondo quanto si apprende dal Comune l’inquilino già a suo tempo si era rivolto all’Ufficio Casa che lo ha orientato su un alloggio a canone calmierato. Alla fine di aprile, massimo inizio maggio la famiglia morosa dovrebbe restituire le chiavi alla legittima proprietaria.