I numeri della criminalità minorile: "Rabbia sociale e troppo virtuale"

L’analisi del professor Scalia: "I figli di migranti scontano una marginalità anche economica. Per invertire la rotta bisogna ricostruire il tessuto: centri di aggregazione sani e luoghi vivibili".

di Elettra Gullè

FIRENZE

"Marginalità e rabbia sociale, mancanza di controllo di vicinato e di sani luoghi di aggregazione". Possono essere riassunte così alcune delle cause dell’escalation di violenza minorile, secondo le riflessioni del professor Vincenzo Scalia, sociologo UniFi. Un fenomeno nazionale, che a Firenze cresce in maniera ancora più marcata.

Da cosa deriva questa violenza tra i giovanissimi?

"La criminalità minorile c’è sempre stata. Da una parte, il Covid ha prodotto delle frustrazioni. Ma dietro c’è molto di più. I migranti nati e cresciuti in Italia che spesso scontano una marginalità economica e sociale. C’è una crescente rabbia sociale con la quale prima o poi dovremo fare seriamente i conti. La frattura va ricucita. E preoccupa non poco l’idea di costruire mega hub, anche di 500 persone, per i minori non accompagnati. È evidente che se questi ragazzi si lasciano senza un sostegno è alto il rischio che finiscano tra le pieghe del mercato illegale. Ci sono positive esperienze di minori non accompagnati affidati a famiglie della loro stessa etnia. Va detto che il fenomeno delle baby gang è esploso dopo il Covid. C’è anche una maggiore attenzione mediatica. Lo stesso Mare Fuori, così seguito, ha molto calamitato l’attenzione verso questo tipo di reati. Ciò non toglie che il problema sia in crescita e sotto i riflettori".

C’è anche l’esibizionismo da social.

"Quello purtroppo riveste un ruolo centrale. I ragazzi talvolta commettono atti negativi non tanto per crudeltà ma per narcisismo. Vogliono attirare l’attenzione e non percepiscono il confine tra il reale ed il virtuale. Puntano ad esistere attraverso questa esposizione alla ribalta mediatica e, così facendo, talvolta si autodenunciano pure. Imitano modelli da cui sono lontani anni luce.. I cattivi del grande schermo sono attori lautamente pagati…. Nelle scuole sarebbe opportuno fare educazione ai media per ristabilire i confini tra vero e virtuale".

Come invertire la rotta?

"Va ricostruito il tessuto sociale. Tempo fa ad un incontro del sindacato dei pensionati proposi di aprire le loro sedi ai ragazzi. Bisogna pur partire da qualcosa per ristabilire un contatto. E poi nei quartieri mancano i centri di sana socializzazione. Le nostre città devono essere prima dei luoghi vivibili e poi dei centri di consumo. A Granada, il Campo del Príncipe è un esempio di socialità: lì si ritrovano persone di ogni età, dai nonni coi nipotini alle comitive di giovani. Tutto intorno, trovano spazio i tavolini dei bar e dei ristoranti. Dobbiamo recuperare la dimensione sociale, altrimenti sarà sempre peggio".