Gli interrogatori dei quattordici soggetti residenti in Perù saranno svolti direttamente dai magistrati della Dda di Firenze che indagano sulla scomparsa di Kata.
L’autorità giudiziaria del paese sudamericano ha infatti concesso l’autorizzazione non soltanto alla rogatoria internazionale per l’acquisizione della testimonianza, ma ha anche consentito ai colleghi italiani il confronto diretto con gli interlocutori.
Il collegamento tra i magistrati della Dda Luca Tescaroli, Christine Von Borries e Giuseppe Ledda, avverrà quindi in video collegamento.
La “pista peruviana“ mira innanzitutto alla possibilità che la bimba possa essere stata in qualche modo rimpatriata nel paese d’origine, ma anche a verificare l’esistenza di altre piste rispetto a quella fino a oggi predominante della vendetta nei confronti della famiglia di Kata per il cosiddetto “racket delle camere“ di cui lo zio materno della bambina, Abel Argenis Vasquez, detto Dominique (detenuto per questa accusa), sarebbe stato uno dei fautori.
Un’ipotesi in particolare è quella della scambio di bambina: secondo una ricostruzione fatta dal padre di Kata, Miguel Angel Romero Chicllo, potrebbe esserci una storia di una partita di droga non pagata, sfociata in una ritorsione. Ma il bersaglio della ritorsione non sarebbe stata la famiglia di Kata, bensì la madre di un’amica della bimba, che era in rapporti con un trafficante di droga peruviano che “smarrì“ un borsone carico di marijuana.
Questo trafficante oggi è detenuto a Lima assieme al fratello di Miguel Angel.
ste.bro.