REDAZIONE FIRENZE

I podcast de La Nazione. Il giallo di Meredith e la calunnia di Amanda. Il processo a Firenze

Dopo 17 anni torna in un’aula di giustizia il caso della studentessa inglese uccisa. La Corte europea ha sanzionato l’Italia: i giudici dovranno dire se la Knox è colpevole di aver accusato un innocente.

I podcast de La Nazione. Il giallo di Meredith e la calunnia di Amanda. Il processo a Firenze

I podcast de La Nazione. Il giallo di Meredith e la calunnia di Amanda. Il processo a Firenze

Firenze, 9 aprile 2024 – È uno dei fattacci di sangue che più hanno coinvolto e stravolto l’opinione pubblica di almeno tre paesi (Italia-Gran Bretagna e Usa), dividendo il mondo intero in colpevolisti e innocentisti. E che tutt’ora resta avvolto in un bozzolo fitto di mistero, nonostante cinque gradi giudizio, un unico condannato definitivo (Rudy Guede) e una sentenza che assolve definitivamente i due imputati eccellenti (Amanda Knox e Raffale Sollecito) lasciando pericolosamente aperta la porta circa la loro presenza nella casa del delitto la notte tra il primo e il due novembre 2007.

IL PODCAST

Domani il giallo di Meredith Kercher, la studentessa inglese violentata e uccisa a Perugia 17 anni fa tornerà in aula davanti alla Corte d’assise d’appello di Firenze, l’ultima giuria ad aver pronunciato una sentenza di condanna, per dirimere la questione finale: l’estroversa americana, ora madre di due figli, calunniò o meno Patrick Lumumba, suo datore di lavoro in un pub, accusandolo di essere l’assassino della sua inquilina? La Knox è stata condannata a tre anni di reclusione, già scontati durante la carcerazione preventiva per omicidio, ma adesso, dopo la pronuncia della Corte di giustizia europea e la modifica del codice penale che introduce l’obbligo per l’Italia di porre rimedio alle ingiustizie riconosciute dall’Europa, la Cassazione ha stabilito che debba essere la Corte fiorentina a stabilire se la condanna di Amanda può essere confermata solo sulla base del memoriale che l’allora giovane studentessa di Seattle scrisse in questura il 6 novembre, prima di finire in carcere. Accusando, di fatto, Lumumba che, per questo, rimase in cella per 14 giorni con l’onta di essere l’assassino di Mez.

Amanda non ci sarà: ha infatti deciso di restare a Seattle con i suoi due figli ancora piccoli. Il nuovo processo legato alla calunnia sarà celebrato dopo che la Cassazione, accogliendo un’istanza dei difensori dell’americana, gli avvocati Luca Luparia Donati e Dalla Vedova, ha revocato e annullato le sentenze con le quali Knox è stata condannata per avere coinvolto Lumumba. Una decisione resa possibile dal nuovo articolo, il 628 bis, del codice di procedura penale che prevede la possibilità di chiedere che vengano eliminati "gli effetti pregiudizievoli" derivanti da una violazione che sia stata accertata dalla Corte europea, quella del diritto di difesa nel caso di Knox. Perché ad Amanda non venne chiamato un avvocato, nonostante fosse già più di una sospettata. La Corte ha quindi disposto il "rinvio per un nuovo esame sul punto" a Firenze indicando però unazione di manovra strettissima. La difesa dell’americana punta all’assoluzione, quella di Lumumba, Carlo Pacelli, a vedere riconosciute le ragioni del suo assistito. Mai citata invece la famiglia di Mez, da sempre rappresentata dall’avvocato Francesco Marsca.

Quel mistero diventa ora uno dei Podcast della serie ‘Lo dice La Nazione’, in onda stamattina sui nostri canali online e sulle maggiori piattaforme di distribuzione. Un racconto di quella storia nera che ancora oggi fa discutere.

Erika Pontini