EMANUELE BALDI
Cronaca

I pusher si trasferiscono a Porta al Prato. E la Firenze Parcheggi assolda i vigilantes

Dopo i casi della stazione droga e violenza sono ora alla Leopolda. L’ad Bevilacqua: "Ignorati dalle forze dell’ordine, facciamo da soli"

Il parcheggio di Porta al Prato guardato a vista dai vigilantes

Si muovono svelti negli anfratti, nella pancia molle di Firenze, nelle sue viscere buie. Come i topi. Crack, testa che rimbomba, visioni. E poi la coca che scquarcia occhi e testa, l’eroina di ritorno. Che ammazza. La droga in città è un problema grosso, vero, forse non sempre evidente. Perché chi la compra e chi la consuma, appunto, gioca a nascondino nell’ombra.

I parcheggi sotterranei per i balordi sono habitat perfetti. Poco importa se una ragazza sola la sera torna a prendere la macchina e si trova davanti a un pusher minaccioso, a un ubriaco barcollante, a una delle infinite rissucole di regolamenti conti che spuntano come funghi in ottobre tra la stazione di Santa Maria Novella e la Leopolda.

Proprio qui, al parcheggione di Porta al Prato, da qualche tempo si registrano le grane più grosse. Automobilisti minacciati, spaventi giganteschi (specie la sera), spaccio tra una macchina in sosta e l’altra, siringhe e sangue buttati per terra.

Una situazione forse in qualche modo ’figlia’ dei netti miglioramenti del mega sotterraneo della stazione centrale – quattro piani, seicento stalli e una traffico di 34mila veicoli al giorno – che ha visto gradualmente sparire i delinquenti dopo la scelta drastica, fatta in agosto da Firenze Parcheggi, di aprire il portafogli e ’assoldare’ alcuni robusti ragazzi incaricati di controllare chi ha titolo di scendere nei sotterranei per prendere la macchina o una bici e chi invece non lo ha. Figlia percHè, si sa, i balordi quando trovano ostacoli alle loro malefatte, tendono a spostarsi per cercare altri terreni di conquista (in questo caso, appunto, l’altro impianto a Porta al Prato).

Toccati con mano i ’problemi di ritorno’ – e memori forse "dei nostri appelli non ascoltati a prefetto e questore sulla vicenda stazione" dice l’ad di Firenze Parcheggio Carlo Bevilacqua togliendosi qualche sassolino dalla scarpa senza badare a non farsi vedere – la società che gestisce la sosta in città ha deciso di replicare il modello Santa Maria Novella affidando presidi ai varchi già dalle 8 del mattino e controlli costanti la sera da parte delle guardie giurate. Al lavoro il Gruppo Battistolli in collaborazione stretta con Psa group.

Un altro sacrificio economico, "ma d’altra parte – prosegue Bevilacqua – abbiamo il dovere di garantire un servizio completo ai nostri clienti e in quel servizio c’è anche il diritto di non aver paura a entrare in un nostro parcheggio". "Purtoppo la microcriminalità nella zona esterna della stazione e alle porte delle Cascine è sotto gli occhi di tutti – sottolinea l’amministratore delegato – e se le forze dell’ordine non ci danno una mano e non ci ascoltano siamo costretti a fare da soli. I costi? Non sono bassi, circa diecimila euro al mese per la stazione e altre 23mila per Porta al Prato".

C’è di più: al parcheggio di San Lorenzo pare sia la solita solfa, ragion per cui Fi Park sta riflettendo sull’estensione del servizio di vigilanza anche nell’area sotterranea dello storico mercato.

Tuttavia, al netto delle doverose e legittime iniziative intraprese da Firenze Parcheggi, urge una riflessione urgente e collettive (e che possibilmente porti a soluzioni concrete) sulla situazione nell’area via Nazionale-Santa Maria Novella–Cascine. Da troppi anni ormai questo fazzolettone di città vive di regole proprie che sono l’esatto opposto di quelle del rispetto e della civile convivenza.