ELETTRA GULLÈ
Cronaca

"I ragazzi tornino a scuola Sono stati lasciati soli"

L’analisi della dottoressa Pisano del Meyer: "Manca un supporto adeguato. Il disagio psichico tra gli adolescenti sta assumendo dimensioni preoccupanti"

di Elettra Gullè

"Bisogna che i ragazzi tornino a scuola e che possano anche riprendere le attività sportive. Dobbiamo riportarli in ambienti stimolanti. Il disagio psichico tra gli adolescenti sta assumendo dimensioni allarmanti". Tiziana Pisano, responsabile della psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza del Meyer, non usa giri di parole. Del resto, è di pochi giorni fa una ricerca dell’ospedale pediatrico della nostra città dalla quale emerge che a fronte di un calo del 40% degli accessi al pronto soccorso nell’ultimo anno, le richieste di aiuto per problemi di salute mentale sono salite del 17%. Crescono i disturbi alimentari e l’ansia, fino ad arrivare ad episodi di autolesionismo e addirittura al suicidio.

Durante la pandemia ci siamo dimenticati dei ragazzi?

"Sì, sono stati un po’ lasciati soli. Tutte le attenzioni si sono concentrate sul Covid. È comprensibile. Ma, dopo un anno, dobbiamo assolutamente accendere i riflettori sul malessere dei ragazzi che, in età pre-adolescienziale ed adolescenziale, hanno bisogno di stare in gruppo. Per loro, le limitazioni imposte dalla pandemia sono state particolarmente dure".

Tutto è racchiuso fra le mura domestiche.

"I ragazzi sono stati molto tempo in Dad al 100%. Per fortuna siamo poi scesi al 50%, ma certo non possiamo parlare di normalità. I ragazzi si sono rifugiati nelle loro camerette. Da una parte i social sono stati importanti perché hanno permesso il mantenimento dei contatti. Ma certo non bastano. Tutto è stato soffocato, senza che si pensasse a dei supporti".

Cosa osservate quotidianamente?

"Un forte acuirsi del disagio. Nei ragazzi già fragili vediamo un peggioramento della situazione. Ci sono poi gli adolescenti che prima non manifestavano difficoltà ma che adesso invece, col venir meno di quei ‘fattori protettivi’ quali la scuola e lo sport, stanno evidenziando tutto il loro disagio. Questi ragazzi si sono ritrovati soli".

Mancano sostegni territoriali?

"Sicuramente. I giovani e le famiglie non hanno ottenuto supporto adeguato e, così, si riversano da noi e chiedono aiuto".

Quali sono i campanelli d’allarme che i genitori non possono non captare?

"Il cambiamento del normale ritmo sonno-veglia o delle abitudini alimentari. Devono destare allarme le modifiche dei comportamenti. Se un ragazzo s’isola, c’è qualcosa che non va".

Che differenza c’è tra maschi e femmine?

"Tra le ragazze è più frequente l’anoressia. Mentre tra i maschi vediamo disturbi dell’umore, agitazione, disturbi ossessivi-compulsivi. E sta crescendo il fenomeno dell’autolesionismo".

E una volta che l’emergenza sarà passata?

"Intanto, la mancanza di certezze riguardo al futuro rende tutto più complicato. L’unica cosa da fare è imparare da questo periodo. Dobbiamo potenziare la scuola e solo accrescendo le strutture di prevenzione possiamo aiutare i ragazzi. Devono entrare gli psicologi nelle scuole. È fondamentale far da ‘sentinelle’ per prevenire i disturbi da post-Covid".