"I risparmi vanno tutelati meglio". L’Abi chiede: rivedere la tassazione

Firenze, il presidente Patuelli al convegno dedicato a Einaudi: "I correntisti subiscono un’ingiustizia"

"I risparmi vanno tutelati meglio". L’Abi chiede: rivedere la tassazione

Antonio Patuelli, presidente Abi

Lisa Ciardi

FIRENZE

"Il risparmio italiano va meglio tutelato. Perché i prestiti si fanno con i risparmi e il risparmio è la base dello sviluppo".

Lo ha detto il presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi), Antonio Patuelli, intervenendo alla giornata di studi su "Luigi Einaudi nella storia del Novecento" organizzata ieri dall’Istituzione di Studi Firenze per l’Europa (Isfe) nella sala convegni della Fondazione Biblioteche Cassa di Risparmio di Firenze. Un approfondimento che ha toccato vari aspetti dell’azione e del pensiero einaudiani, con tanti collegamenti all’attualità.

"Bisogna prima di tutto tassare meno il risparmio stabile – ha spiegato Patuelli a margine dell’incontro –. Oggi il risparmio viene tassato con uguale aliquota, sia quello speculativo a brevissimo termine, sia quello dei cassettisti, ovvero di coloro che lo tengono stabile. Mi sembra un’ingiustizia, anche di profilo costituzionale. Perché la Repubblica tutela il risparmio, non gli speculatori. La polemica sui rendimenti dei conti correnti poi andrebbe attualizzata guardando un’imposta di natura patrimoniale che grava sui conti correnti e che si chiama bollo". Il presidente dell’Abi ha quindi ribadito più volte l’importanza della moneta unica e delle politiche europee, con una previsione e una speranza a breve termine. "Mi aspetto e auspico – ha detto - che, visti gli andamenti ridotti dell’inflazione, fra 48 ore la Bce abbia un altro non trascurabile taglio, che la porterebbe ulteriormente all’avanguardia rispetto agli Usa e alle valute europee non euro, dando una grande speranza non solo nella moneta unica, ma anche a famiglie e Paesi per fare investimenti". Anche sui rapporti fra banche e politica, il presidente dell’Abi si è rifatto al pensiero einaudiano. "Quando leggo di qualcuno che cerca di fare pressione sulla Bce, la cosa mi disturba molto – ha detto -. Non solo perché contraddice un trattato europeo istitutivo della Bce che impone a governi e parlamenti di non interferire, ma perché contrasta con la cultura profonda del costituzionalismo". E ancora: "Quello che manca oggi all’Italia e all’Europa, per non parlare degli Stati Uniti, è anteporre il metodo della ragione al metodo dell’invettiva, della battuta graffiante, alla scorciatoia dell’insulto, che invece di costruire fiducia nella democrazia ne mina i valori". Infine, rispondendo ai giornalisti, Patuelli ha toccato il tema della desertificazione bancaria, diventato di grande attualità dopo che il sindaco di Londa (Firenze) si è barricato in una filiale per evitarne la chiusura. "Per combattere l’uscita delle banche dalle località minori bisogna anzitutto sostenere gli altri settori produttivi – ha detto -. Perché quando nei paesi chiudono i negozi è difficile che possa essere la banca l’unico esercizio economico o quasi che rimane, soprattutto se cala la popolazione. Bisogna sostenere con politiche europee e nazionali la presenza di attività economiche nei luoghi disagiati".