
Lapislazzuli-Magia del blu
Firenze, 15 giugno 2015 - Dai reperti egizi alle creazioni dei massimi gioiellieri. Fino a trasformarsi in tinta per il manto di Vergini e Santi. Molto più di una roccia, il lapislazzulo trova tutti i suoi perché negli oggetti che danno vita alla mostra “Magia del blu” allestita in quattro sale del Museo degli Argenti di Palazzo Pitti, che riunisce a Firenze una selezioni dei tesori delle collezioni medicee. E non solo.
Il viaggio parte con la deliziosa “Figura di colomba” (XII secolo a.C) e la “Dea Maat” (1069-664 a,C.) per approdare all’inestimabile “Orologio da tavolo” di Cartier (1925) e quello da tasca di Boucheron (1934). Lungo il percorso, vasi magistralmente intagliati, piccole sculture, monili, vasellame, mobili, scacchiere, mosaici e perfino dipinti, realizzati su lastre della preziosa pietra dalle venature d’oro tra il 500 e l’800. E poi mesciroba, fiasche e... coppe, come quella, bellissima, disegnata da Bernardo Buontalenti nel 15983-84, realizzata «con il lapislazzuli più puri che esistano al mondo», e scelta come immagine della mostra, che propone oggetti provenienti dai più prestigiosi musei d’Europa: dal Prado di Madrid, all’Ashmolean di Oxford, dal Grünes Gewölbe di Dresda, al Landesmuseum Württemberg di Stoccarda. A chiudere l’esposizione, curata da Maria Sframenli, simbolicamente, un’opera di Yves Klein, artista francese che al blu ha dedicato le ricerche della sua vita. Ma è nel Rinascimento che il lapislazzulo raggiunge il massimo della fama, ridotto in polvere e utilizzato da maestri del calibro di Beato Angelico per realizzare il manto delle sue Madonne.
"Il museo propone una collezione unica al mondo, iniziata da Cosimo I de’ Medici alla metà del ‘500 e accresciuta soprattutto per volontà di Francesco – spiega la direttrice del Museo degli Argenti, Maria Sframeli – . A proseguirla, alla sua morte, il fratello Ferdinando, che gli succedette nella carica di granduca di Toscana. La rassegna fiorentina, la prima in assoluto dedicata a questo “dono” della natura estratto con la fatica dell’uomo (che ha una sezione scientifica al Museo della Specola ndr.), parte proprio della materia, presentando una ricca documentazione scientifica della rara e preziosa pietra blu, estratta dalle cave di Sar-e-Sang, tra le montagne del Badakhshan (odierno Afghanistan), l’unico giacimento noto nell’antichità, visitato anche da Marco Polo nel XIII secolo".
Materia straordinariamente bella e interessante dal punto di vista della sua morfologia, il lapislazzulo non è un minerale, ma una roccia composta da diversi minerali. Il suo colore blu è dato dalla lazulite: «L’idea di dedicare un’esposizione a questa pietra, carica di magici significati, ci è stata offerta da Gian Carlo Parodi, mineralogista del Museum National d’Histoire Naturelle di Parigi», conclude Maria Sframeli, che ha curato la mostra insieme allo stesso Parodi, Valentina Conticelli e Riccardo Gennaioli.
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“Lapislazzuli - Magia del blu”
Museo degli Argenti
Palazzo Pitti, Firenze
Fino all’11 ottobre