Francesco
Gurrieri
Geno Pampaloni ha vissuto l’ultima parte della sua vita a Firenze, fra lo studio di via della Cernaia e l’abitazione di Bagno a Ripoli. Sempre generoso con le sue attenzioni critiche laddove fosse profumo di letteratura. Così si spiega anche la sua direzione al Gabinetto Vieusseux (1984-85), dopo Bonsanti e Reicich. Quando, nel 2001 se ne andò, Mario Luzi, suo sodale, ebbe a dire "E’ stato avaro non di sé, ma verso di sé. Peccato!", sottolineando come e quanto Pampaloni avesse sempre guardato alla cura degli altri trascurando se stesso. Giornalista, critico e scrittore fu fra i maggiori interpreti del Novecento italiano. E lo fu con alle spalle l’insegnamento di Luigi Russo alla Normale di Pisa (alla quale i figli Lorenza, Duccio, Anna e Pietro, hanno destinato il fondo librario), la determinante esperienza con Adriano Olivetti e l’invidiato movimento di ‘Comunità’ con le sue esperienze sociali e culturali di avanguardia: un’esperienza che lo plasmò umanamente, che seppe restituire nel suo ministero culturale per tutta intera la sua vita. Per non dimenticare, i figli hanno descritto la topografia della distribuzione dei tanti libri (12mila libri e 500 riviste) nell’abitazione, piano per piano, parete per parete, premettendo che "Geno ha sempre tenuto molto ai libri. La sua biblioteca, cresciuta nel corso degli anni, era molto ordinata e ben organizzata, le varie sezioni erano contrassegnate da post gialli che facilitavano la ricerca. Del resto era stato assunto all’Olivetti nel 1948 come direttore della biblioteca…". La sua casa era invasa dai libri, tutti i classici da Dante a Leopardi nelle varie edizioni al piano terra, dove rilegate c’erano le riviste come La Voce, Il Caffè, Il Verri, Solaria, il Frontespizio, Lettere d’oggi, L’approdo, Belfagor, Il Ponte, Il Menabò, Selearte, Il Politecnico, Nuovi Argomenti, e tutti classici del Novecento. In via della Cernaia tutto il Manzoni e i relativi studi critici, materiali che gli erano serviti per il commento ai Promessi Sposi realizzato per De Agostini-Scuola. Tanti, tanti libri, testimoni di una presenza culturale indimenticabile.