Anche Elly Schlein ha il suo ‘gruppo dei volenterosi’. Qui, in Toscana. Un esercito non belligerante di persone che a cavallo tra la Prima e la Seconda Repubblica hanno svolto "funzioni istituzionali di governo" o mandati in Parlamento. Che proprio non hanno digerito la messa all’angolo dell’inquilina del Nazareno a seguito della spaccatura netta, plastica e dolorosa del gruppo Pd a Strasburgo sulla risoluzione a favore del ReArm Ue promosso dalla presidente della Commissione Von der Leyen da 800 miliardi. "No al riarmo, sì alla difesa comune e non voto", la linea dettata da Roma alla vigilia del voto da Elly. Salvata con l’astensione di 11 ‘fedeli’ al Nazareno (decisivo l’ex sindaco di Firenze Nardella), uno in più dei 10 bastian contrari, da Bonaccini a Moretti, da Picierno a Decaro. Tutti di base riformista.
Ed ecco tornare di moda la parola magica: congresso. "Assistiamo a una campagna mediatica per mettere in discussione la credibilità di Schlein come leader del Pd", lamentano i ’vecchi’ del partito. Per lo più ex Ds e Pdl, lo zoccolo duro della sinistra rossa. Come l’ex assessore comunale e deputata Tea Albini, l’ex sindaco di Cortona Tito Barbini, l’ex parlamentare Francesca Chiavacci, gli ex sindaci di Firenze e Pisa Leonardo Domenici e Paolo Fontanelli. E ancora, Filippo Fossati, Vittoria Franco, Claudio Martini. O l’ex assessore regionale alle attività economiche Michele Ventura. Più, Vannino Chiti: ex presidente di Regione, ex ministro e sottosegretario alla presidenza del consiglio. "La posizione della segretaria è ragionevole e sensata - scrivono di pugno - ha ben compreso che il progetto ReArm Eu è l’esatto opposto della premessa alla difesa comune europea come ha voluto presentarla la Commissione Ue; è invece un ulteriore incentivo economico alla spesa militare per i singoli Paesi ad esclusivo beneficio delle (poche) imprese produttrici di armi, sottraendo risorse ad altre e ben più importanti priorità. Molto lontano da quel ’piano industriale, sociale, ambientale, digitale e per la difesa comune al servizio di una politica estera comune e di un progetto di pace’, auspicato da Elly Schlein e dalla direzione del Pd. Il riarmo indiscriminato, lungi dal portare sicurezza, alimenterà una spirale di domanda-offerta di armi, instabilità, conflitti e nuovo riarmo. La spirale – si legge ancora – dev’essere interrotta, non alimentata. Intendiamo esprimere solidarietà e sostegno a Schlein. Dispiace che molti parlamentari europei del Pd e del gruppo socialista europeo si siano omologati alla retorica dei riarmo in cui la Commissione europea guidata da von der Leyen vuol trascinare l’Europa".
Francesco Ingardia