REDAZIONE FIRENZE

I vescovi toscani donano un mese di stipendio per attrezzare ambulanze contro il virus

Ore 12 di mercoledì 25 marzo, con il 'Padre nostro' perché finisca la pandemia

Un rosario tra le mani in preghiera

Un rosario tra le mani in preghiera

Firenze, 25 marzo 2020 - Alle 12 di mercoledì 25 marzo un momento profondo e planetario di preghiera in tutto il mondo, da parte dei cristiani di ogni confessione che hanno accolto l'invito di Papa Francesco a pregare con il 'Padre nostro'  per la fine della pandemia. E' un segno importante, che cade mentre si avvicina la scadenza dei mille anni dallo scisma che sono preceduti da un cammino, non sempre facile, ma molto concreto e praticato per ritrovare invece la piena unità. A Firenze, durante l'omonimo Concilio, l'unità fu ritrovata ma non ratificata. L'invito alla preghiera delle 12 è stato accolto e rilanciato dalla Commissione ecumenica della diocesi e condiviso da resposabili delle Chiese cristiane presenti a Firenze.

In questa giornata, solennità dell'Annunciazione, che a Firenze segnava in passato l'inizio dell'anno civile, i vescovi delle diocesi toscane hanno deciso di attivare un fondo, a cui contribuiranno devolvendo un mese del proprio stipendio, per attrezzare alcune ambulanze con i dispositivi e le strumentazioni necessarie ad intervenire sui pazienti affetti da Coronavirus. Il finanziamento verrà devoluto alla Confederazione delle Misericordie della Toscana, per sostenere il servizio che le Misericordie svolgono a favore di tutti i cittadini nell’ambito del sistema sanitario regionale In ciascun mezzo, in particolare, sarà allestito un letto mobile di rianimazione dotato di ventilatori polmonari, pompe ad infusione e defibrillatore, predisposto per il bio-contenimento ad alta intensità, come lo sono i letti di rianimazione presenti negli ospedali. "Ciò - si spiega in una nota - consentirà di trasportare nella massima sicurezza i malati di coronavirus tra e verso i reparti di terapia intensiva della Toscana o da un pronto soccorso ad altri reparti".

Michele Brancale