di Stefano Brogioni
FIRENZE
La speranza è che la proprietà conceda il rinvio di sei mesi richiesto, che stavolta sarebbe l’ultimo. Altrimenti, l’imam Izzedin Elzir invita non solo i fedeli musulmani, ma l’intera città, a “resistere“ contro lo sfratto in programma il 27 aprile, tra meno di sette giorni.
"Al massimo il primo novembre, ma forse anche prima, lasceremo spontaneamente l’immobile", assicura. Tempo necessario a ultimare l’affare della nuova sede. L’Imam si ostina a negare, ma la comunità islamica ha presentato un’offerta ad Intesa San Paolo per il fondo dell’ex filiale della banca che sorge proprio dall’altra parte della strada, tra piazza dei Ciompi e via Martiri del Popolo. Un’operazione non scontata, perché l’Istituto vende il fondo con la formula della gara e ci sono ancora dei giorni per presentare offerte.
Di questa situazione, il legale della comunità, Samuele Zucchini, ha puntualmente aggiornato il presidente della corte d’appello Alessandro Nencini, a cui è stata affidata la questione. Però, la Finvi, proprietaria del fondo di borgo Allegri (che non ha ancora risposto all’“invito“ degli ’inquilini’) ha il diritto, che anche lo stesso Imam riconosce, di rientrare in possesso del suo bene. Tuttavia, l’offerta comprende, oltre all’assicurazione dell’uscita spontanea non oltre il primo novembre, anche il pagamento anticipato delle ultime mensilità. Dopo qualche difficoltà del periodo covid, la comunità guiidata da Elzir si è infatti messa in pari con i pagamenti degli affitti.
Ieri, intanto, alla cerimonia di chiusura del Ramadan, tenutasi al prato del Quercione delle Cascine, l’imam ha ufficialmente informato i fedeli della situazione. "Abbiamo di nuovo la questione dello sfratto e noi abbiamo chiesto un rinvio di altri sei mesi per trovare un’alternativa. Se verrà concessa bene, altrimenti, invitiamo alla moschea tutti i fratelli e tutti i fiorentini alle otto del mattino". Come comunità, ha aggiunto, "siamo per la legalità e il proprietario ha il diritto ad avere il suo locale. Ma questa situazione deve correre parallela con un’altra legalità: la libertà di professare la propria religione".
Elzir, infine, ha sollecitato anche le istituzioni: "Se chi ha il dovere di governare la città non comprende questo dovrà affrontare la città".