di Lisa Ciardi
Il rito del caffè al bar sembra salvo, al netto di sorprese. Nel continuo rincorrersi di regole, cavilli e normative al quale ci siamo abituati con l’emergenza Coronavirus, il condizionale è d’obbligo. Ma secondo il team di avvocati di Confcommercio, che si è messo all’opera per interpretare il Decreto Riaperture, non ci sarebbero dubbi: visto che il provvedimento non vieta il consumo al banco, questo è consentito.
La circolare diramata ieri di Fipe Confcommercio (la Federazione dei pubblici esercizi) ai propri associati spiega che si può fare servizio al bancone fino alle 18 "non solo in quanto questo non è espressamente vietato dal provvedimento in oggetto ma anche perché, secondo il Dpcm del 2 marzo, era possibile effettuarlo".
"Su questo tema si sta creando una fortissima tensione – spiega Aldo Cursano, presidente vicario di Fipe Confcommercio – e teniamo molto a rassicurare gli imprenditori. Il caffè al bancone del bar non è vietato dal Dpcm.. Non solo: il precedente Dpcm, del 2 marzo, prevedeva questa possibilità in zona gialla e non c’è quindi motivo di pensare non sia così".
Ma perché questa differenza fra consumo a tavolino (che al chiuso resta vietato) e al bancone? "La motivazione – continua Cursano – è che la permanenza al bancone è breve, a differenza di quanto può accadere a un tavolo. Il rischio di contagio quindi è minore".
L’abitudine del caffè, del cappuccino o dell’aperitivo al bar (entro le 18 però) potrà insomma tornare, sempre che il Ministero non emetta ulteriori note esplicative di segno contrario. E il via libera non è una novità da poco, visto che in tutti questi mesi, in ogni angolo della città, si sono viste persone cercare disperatamente un appoggio per zuccherare e consumare il caffè, a volte finendo per usare addirittura i cestini dei rifiuti, con buona pace del rischio epidemiologico e dell’igiene.
"A Firenze e provincia esistono circa 2800 ristoranti – spiega Franco Marinoni, direttore di Confcommercio Firenze – mentre i bar e caffè sono 2.000 e potranno tornare almeno in parte a lavorare. Resta l’assurdità delle altre limitazioni, contro le quali, insieme a Confesercenti, stiamo organizzando una manifestazione per il 1° maggio. Non capiamo perché, con parte della popolazione vaccinata e una situazione in miglioramento, ci siano limitazioni maggiori della passata zona gialla, quando a pranzo si poteva mangiare a ristorante anche al chiuso. Intanto vediamo persone assembrate ovunque, consumare e bere per terra, con molta meno igiene di quella che ci sarebbe a un tavolo".
Da lunedì, in zona gialla, i ristoranti potranno servire al tavolo, a pranzo e a cena, ma solo all’aperto e comunque con l’obbligo di rispettare il coprifuoco delle 22. Anche per l’asporto resterà lo stop alle 22 (anticipato alle 18 per i locali senza cucina). Nessun limite per la consegna a domicilio.