Il caldo (per ora) giova a vino e olio: "Ma presto serviranno le piogge"

Gli esperti: "Le piante non soffrono perché hanno immagazzinato l’acqua abbondante della primavera". Vino, buone previsioni per il Consorzio Chianti che stima una produzione tra i 35 e i 37 milioni di bottiglie.

Il caldo (per ora) giova a vino e olio: "Ma presto serviranno le piogge"

Al momento il caldo non sta danneggiando le vigne delle nostre zone: prevista una buona vendemmia

Al sud il gran caldo e la mancanza di pioggia hanno accelerato la maturazione delle uve tanto che è già scattata la raccolta dei primi grappoli di uve Chardonnay in Sicilia. E per gli stessi motivi gli ulivi della Puglia stanno soffrendo. Al nord, invece, le produzioni sono strettamente connesse alle incognite del maltempo. E qui da noi? Anche oggi Firenze è tra le città da bollino rosso per il rischio di ondate di calore. E il caldo africano durerà con tutta probabilità per tutta la prossima settimana. Una clima pericoloso per la salute, soprattutto di chi lavora all’aperto – tanto che è in vigore un’ordinanza che stoppa il lavoro nei cantieri edili, nelle cave, nei campi agricoli e nelle serre nelle ore centrali della giornata – ma che paradossalmente sta facendo ’bene’ alle vigne e agli oliveti. O meglio, per adesso, non li sta danneggiando. "Al momento i vigneti delle nostre zone non stanno soffrendo perché le piogge della primavera scorsa sono stante abbondanti e, quindi, le radici hanno immagazzinato acqua. Certo, nei terreni che tendono al mattaione, la situazione è più a rischio. Fortunatamente, però, nelle nostre colline ci sono pochi terreni argillosi" spiega Ritano Baragli, presidente della Cantina sociale Colli Fiorentini. Le previsioni meteo che parlano di temperature elevate per i prossimi dieci giorni non sono un pericolo per le produzioni.

"Ma se non piove per tutto il mese di agosto allora la scenario futuro potrebbe cambiare" precisa Baragli sottolineando che "servirebbero piogge regolari, non acquazzoni improvvisi". La siccità, inoltre, viene sconfitta anche dagli impianti di irrigazione. "Ormai le aziende più importanti ne sono dotate ma, ovviamente, ciò incide sui costi" continua il presidente che per la vendemmia stima 120mila quintali d’uva nei 1.600 ettari di vigneti distribuiti tra i 320 soci della Cantina, terreni che vanno dalle zone del Chianti Classico al Pisano e Pistoiese.

Vendemmia nei tempi tradizionali, ovvero da fine agosto per le uve da spumante e a seguire le altre, di buona qualità e di quantità anche secondo Giovanni Manetti, presidente del Consorzio Vino Chianti Classico. "Il caldo degli ultimi giorni ha dato il via alla maturazione dei frutti in modo regolare. Quest’anno, poi, abbiamo avuto una pressione praticamente inesistente della peronospera e dell’oidio (due malattie che possono colpire la vite, ndr) e adesso non è più la stagione per il loro sviluppo" spiega Manetti che nei settemila ettari di vigneto a denominazione Consorzio Chianti quest’anno stima una produzione tra i 35 e i 37 milioni di bottiglie. "Quantità molto soddisfacente, in linea con i livelli del 2019, ottima annata" aggiunge.

Il caldo è un ottimo deterrente anche nei confronti della mosca dell’olivo, insetto che può provocare ingenti danni al raccolto. "Questo clima sta tenendo lontana la famigerata mosca per il momento non ci sono problemi di carenza idrica anche perché gli oliveti sono in parte irrigati e sinceramente ci aspettiamo una buona annata" dice Francesco Miari Fulcis della Fattoria di Maiano, situata sulle colline fiesolane, dove si trovano circa 20mila piante di olivo da cui si ricava il pregiato Laudemio. "Pensiamo di mettere in funzione il frantoio già nella seconda metà di ottobre, stimando una produzione biologica di 220-260 quintali d’olio" conclude.

Barbara Berti