Il calvario di un bimbo . Non si accorsero che era nato sordo. Condannata la Asl

Per anni è stato curato per disturbi mentali che non aveva L’errore iniziò al Centro Rieducazione Ortofonica e si protrasse per 7 anni La diagnosi esatta grazie alla tenacia della mamma. Ora i risarcimenti.

Il calvario di un bimbo . Non si accorsero che era nato sordo. Condannata la Asl

Il calvario di un bimbo . Non si accorsero che era nato sordo. Condannata la Asl

di Stefano Brogioni

FIRENZE

Parlava "un gergo incomprensibile" e non rispondeva agli impulsi che, sin dalla scuola materna, gli venivano impartiti. Ipotizzarono le più svariate forme di disturbo mentale e lo sottoposero a cure neuropsichiatriche presso l’Usl 11 di Empoli perché, quando aveva un anno di vita, una visita al Centro di Rieducazione Ortofonica di Firenze (C.R.O) aveva escluso che il bimbo fosse affetto da sordità.

Alla fine, però, quel bambino - che oggi è un adulto di vent’anni - era proprio sordo. E lo scorso 2 gennaio, gli avvocati Pietro Frisani e Chiara Del Buono dello Studio Legale Frisani di Firenze, hanno ottenuto dalla Seconda Sezione Civile (giudice Susanna Zanda), il riconoscimento della colpa delle due strutture: per ripetuto errore diagnostico, errato trattamento sanitario, ritardo nell’applicazione di protesi uditive.

Tutto cominciò nel 2004: a un anno di vita, il bimbo venne sottoposto ad un esame dell’udito su indicazione della pediatra di famiglia. Il Centro di Rieducazione Ortofonica negò qualsiasi problema di sordità.

"Le evidenti difficoltà di linguaggio manifestatesi immediatamente, il non riuscire a rispondere a semplici comandi alla scuola materna, spinsero la famiglia a rivolgersi all’azienda Usl Toscana Centro (ex Usl 11 di Empoli), che lo prese in cura sottoponendolo per anni a inutili trattamenti neuropsichiatrici, ritenendo che fosse affetto da disturbi di natura mentale", spiega lo studio legale. Altre indagini otorinolaringoiatriche, effettuate a 5 anni di distanza, dallo stesso centro privato fiorentino, dettero nuovamente esiti negativi. Il suo problema non era l’udito, secondo la struttura.

Solo all’età di 7 anni, grazie all’insistenza pervicace della madre gli fu correttamente diagnosticata dall’Ospedale Universitario di Siena l’"ipoacusia bilaterale" di entità medio grave che effettivamente lo affliggeva.

Così, dopo l’odissea per il riconoscimento della malattia, è iniziata anche una lunga battaglia legale che ha portato ristoro al giovane e alla sua mamma battagliera. Scrive il giudice nelle motivazioni della sentenza: "...il bambino presentava una difficoltà del linguaggio… che non venne indagato in modo completo con gli esami oggettivi collaudati da decenni...tra cui i “potenziali evocati uditivi”, cui provvide la struttura Universitaria Ospedaliera di Siena ben 6 anni dopo la prima visita, solo nel 2010".

Il centro specializzato privato e la Asl Toscana Centro dovranno risarcire ciascuna il 50% degli oltre 70mila euro sanciti dal giudice a vantaggio della vittima e dei 20mila euro destinati alla madre per il patema d’animo e l’angoscia provate per ben 7 anni, nei quali non ha intravisto possibilità di cure per il figlio, pur avendo ipotizzato fin da subito problemi di udito.

"Quantunque soddisfatti per l’esito positivo della causa, rimane l’amarezza per un giudizio che si è protratto, per il solo primo grado, per una inaccettabile durata di quasi 7 anni", commentano gli avvocati Pietro Frisani e Chiara Del Buono.