
L’impegno in epoca pandemica della cantautrice Francesca Michielin non si è fermato ’solo’ ai concerti in diretta Instagram. Il suo videoclip di ’Chiamami per nome’, riproposto ieri sera e nato dall’idea di Fedez e della Michielin, è un pugno nello stomaco arrivato sui palchi, silenziosi da più di un anno. Di questo e molto altro si è parlato ieri sera durante l’intervista della direttrice de La Nazione, Agnese Pini, che ha raccolto la testimonianza della giovane artista. Un incontro di voce, musica, buoni proponimenti e prospettive verso un futuro migliore. Un modo originale su temi cari e condivisi da due protagoniste in una serata speciale destinata a lasciare il segno. Non solo nel modo di pensare, di vivere, di amare, come hanno sottolineato entrambe. Anche grazie al progetto "Luce!" un futuro migliore – hanno concordato – è possibile.
Quattro volte Francesca Michielin è andata al piano – da ‘Nessun grado di separazione’ a ‘Femme’, da ’L’amore esiste’ ad ’Anche io abito al mare’ – fra gli applausi dal pubblico, per raccontare attraverso i suoi brani più noti la sua storia. Con Agnese Pini, Michielin ha ammesso di aver vissuto – come tutti – un momento di disagio, ma che nello stesso tempo ha sentito forte la voglia di sperare e ricominciare. "Si canta soprattutto per gli altri, per imparare a condividere gioie e dolori col pubblico, e in qualche modo anche raccontarli fa parte del mestiere dell’artista". Al centro dell’intervista il rapporto con i social, comprese le ondate di odio che sanno veicolare. "Ne sono stata vittima e ho dovuto rivolgermi a uno psicologo. Empatia è la parola che preferisco...".