
Stefano Landi Pirandello,. drammaturgo: era il primogenito del celebre scrittore e drammaturgo Luigi Pirandello
Al riparo dalla spruzzaglia sotto- mantice della carrozzella, l’avvo- cato Tabby, giovanottino elegante, dal colorito bilioso, non poteva tenersi dal gesticolare ogni tanto a atti furiosi, un po’ buffi. Fremeva e non tanto d’esasperazione per la pioggia e per la lentezza della corsa, quanto perchè stava esaltandosi apposta fra pensieri lontani e immagini eroiche di sé stesso. Se le richiamava alla mente per non accogliervi l’angustia dei rimproveri che s’aspettava dal notaio Moscato: il quale gli aveva accordato il permesso: basteranno due ore? E aveva voluto da lui una promessa esplicita, per acquistare poi diritto di rinfacciargli nel caso la mancanza di puntualità. Le due ore al Tabby erano parse più che sufficienti; si trattava di tornare alla stazione fra un treno e l’altro e un amico per forza aveva dovuto dire: quasi un fratello che tornava dalla prigionia di guerra in cattive condizioni di salute. Il no-taio l’aveva sguardato, scoprendo i denti come se volesse sorridere, e tentennando un po’ il capo. Purtroppo, in cuor so, il giovane era costretto a dargli ragione: anche a lui, ormai, importava sopratutto di farsi valere a studio come professionista, e tutto il resto gli pareva un desiderio, sciocco e pericoloso. La confusione era poi nell’accorgersi che non sapeva fare a meno d’ubbidire a quei deIiri, e che anzi viveva sempre in mezzo agli affetti: i quali tolgono ogni libertà, purtroppo.
Appena uscito dalla stazione era balzato sulla carrozzella, rifiatando. Il movimento sotto le téttoie che s’allontanavano coi marciapiedi fuori del pianale coperto in quella specie di campagna bruciata, coi graffii luccicanti delle rotaie tutte, in curva. Quell’affanno degli arrivi e delle partenze, così strano per chi vi sta in mezzo da estraneo, era stretto dalla pioggerella che penetrava da tutte le parti col vento, diminuendo lo spazio riparato. S’erano parlati male, tra quelle resse improvvise, e il fumo, l’odore sgradevole delle ferramenta scaldate, e quello scalpiccio incessante nella melma in cui pareva che impigliassero tutti i rumori, le grida e fischi, e le loro stesse parole; invece d’interessarsi della loro vita presente e delle loro speranze, come certo s’erano ripromessi di fare dan dosi quell’appuntamento, il Tabby avveva potuto dare appena la notizia che s’era laureato mentre ancora durava la guerra, per gli altri, lui rinato dopo le operazioni chirurgiche e le lunghe degenze negli ospedali, e della sua fortuna d’aver trovato posto nello studio Moscato, ma senza particolari; e poi erano tornati e rimasti con malumore ai ricordi di guerra, episodi, compagni morti e la fame nei campi di concentramento; tutte cose inutili. Aveva ripetuto all’amico i pochi episodi ai quali ormai erano abituato come ricordi di guerra; non già gli avvenimenti a cui aveva partecipato, di cui avrebbe potuto parlare a non più finire, ma quelli in cui era sostenuto una certa parte di protagonista, cose d’un momento e senza conseguenze.
Giacciono tutt’attorno i disgraziati che furono attirati prima di lui, e a vederli tremare gli rinasce ogni tanto l’impulso di richiamarli al riparo, non riuscendo a vederli morti. Ecco la sorte che lo aspetta. Il dovere come un grido inutile che lo chiama fuori. Una ole intile come dicono i srst snt. Tutta la sua vita... un esempio darà a quei tre disgraziati che nemmeno lo capiranno. Accende la sigaretta e pensa ai genitori. Assapora Ja sigaretta. Butta il mozzicone balzando via dal to E ne fuma solo metà. Via! Sente l’aria fusciargli attorno: pri che gli torni, sopra, è uscito non sa come toccando terra un’esaltazione dell’agilità, di prontezza d’occhio, di sicurezza. Si volta l’amico che gli aveva raccontato un altro caso, ma poi tutto diverso. La prima cosa che seppe a studio, appena chiusa la porta della sua stanzetta per ripararsi dai clienti che nell’anticamera parevano tutti in attesa di lui, fu che c’era il suo capitano. Il capitano Ajello? Si, per una procura. Provò un istinto di difesa, e un curioso bisogno di mostrarsi sicuro davanti al vecchio capo, il quale gli riferiva, sicuro di fargli piacere e con un sibilo paterno, come il capitano si fos se mostrato lieto di rivederlo, appena saputo che era, impiegato nello studio, e che l’aspettava da un’ora.