
Il cappio del tasso variabile. Famiglie della classe media si rivolgono alla Caritas: "Non era mai successo"
Firenze, 24 giugno 2023 – Già ci sono tutti i rincari dovuti all’inflazione, dalle bollette, al supermercato fino alla benzina, se ti trovi a dover sostenere pure un mutuo a tasso variabile, anche una famiglia della classe media si può trovare con l’acqua alla gola a sbarcare il lunario. E così nascono nuove forme di povertà, che vanno a colpire ceti che fino a ieri sembravano impensabili. Lo sanno bene al Fondo di Solidarietà diocesana, uno sportello Caritas che opera in favore di chi si trova in improvvisa e momentanea difficoltà economica.
Risulta una difficoltà ad arrivare a fine mese causato dall’aumento delle rate dei mutui a tasso variabile?
"Purtroppo sì e anche notevole – risponde Giuliana Rossi, referente del Fondo –. Abbiamo avuto proprio in questi giorni almeno due casi: una famiglia che pagava 900 euro al mese è andata a 1.200; e una che ne pagava 550 è andata ad 850. Il tasso variabile è stata una scelta disastrosa per queste persone".
Un fenomeno nuovo che non si era mai visto prima?
"Sono famiglie che non si rivolgevano alla Caritas, ce la facevano a tirare avanti. Sono in quella fascia grigia in cui se non fossero subentrate difficoltà, sarebbero riuscite a sopravvivere senza aiuti; ma ora sono costrette. Sono, almeno nei nostri casi , lavoratori a tempo indeterminato, anche perché altrimenti la banca non avrebbe dato loro il mutuo. Il lavoro ce l’hanno, ma la remunerazione non è più sufficiente. Sono coppie giovani che hanno fatto lo sforzo iniziale di accendere un mutuo. Viene da domandarsi come faranno ad andare avanti se questo trend dovesse continuare".
Prendiamo l’esempio di una di queste famiglie, come è successo?
Padre, madre e due bambini. Lui operaio, prende circa 1200 euro al mese,lei lavora alla sera in un locale e ne prende 800. Vorrebbe aumentare le ore, ma qualcuno a casa con i bambini ci deve stare e deve aspettare torni il marito: trovando qualcuno che li guarda potrebbe, ma anche i baby sitter giustamente vogliono essere pagati e siamo punto e a capo. Con duemila euro al mese prima ce la facevano, ma con il mutuo a 1.200 euro ne rimangono circa 800 che, tolte le bollette, sono 500 euro per tutto il mese".
Sono famiglie medie, con lavori stabili che si trovano improvvisamente in povertà?
"In povertà no, ma in forte difficoltà sì. Questa famiglia invece di pagare un affitto sugli 850 euro hanno detto ‘preferisco prendere il mutuo, così domani è casa mia’. I calcoli della banca sono in genere abbastanza risicati, per cui se ci si aggiunge 250-300 euro di spesa in più al mese, diventa insostenibile".
Si può fare qualcosa?
"Abbiamo tentato con le banche chiedendo di passare al tasso fisso. A parte che ora, per meno del 4,5-5% non lo fa nessuno, però non sono disponibili al passaggio. Cerchiamo di dare una mano, nella speranza che aiutando per due o tre mesi a pagare ciò dia il tempo di trovare un lavoretto integrativo; anche perché questi aumenti sono arrivati improvvisi, senza dare il tempo di organizzarsi ed è veramente difficile trovare una soluzione su due piedi".
Carlo Casini