ROSSELLA CONTE
Cronaca

Il cappuccino, l’aperitivo e un pranzo al sole Così Firenze in giallo riscopre la normalità

Un fiume di gente in centro, pienone (con distanziamento) in bar e trattorie: "Quanto ci sono mancate questi incontri semplici e preziosi"

di Rossella Conte

A Firenze, come in tutta la Toscana, con l’ingresso nella zona gialla è tornato il caffè al tavolino, il rito dell’aperitivo e il pranzo al ristorante.

Ieri il centro, complice la bella giornata, si è riempito: c’è chi passeggia, chi compra gli ultimi regali di Natale e chi torna a sedersi al bar. Anche sulle bacheche social dei fiorentini sono tanti i post di chi ha voluto immortalarsi con la propria tazzina, comodamente seduto.

Alla Pasticceria Sieni lungo via dell’Ariento le persone entrano ed escono con il panettone. Al Caffè Le Rose di piazza dell’Unità si torna a sorridere. "Sono tanti i clienti che sono venuti solo per la colazione, sembrava quasi un lusso per loro", dicono i titolari dei due locali Andreina Mancini e Aldo Cursano. Al Caffè la Libertà, una coppia di amiche gusta l’aperitivo. "Ci era mancato" dicono.

Non tutti i locali però hanno aperto. In piazza della Repubblica per esempio La Vineria del Re è chiusa come gli altri caffè della zona. Sono 20mila le aziende che da ieri hanno avuto il via libera per aprire e 150mila i lavoratori, tra indotto e diretti, che potranno riprendere la propria attività. Non tutti però hanno rialzato la saracinesca, almeno tra i ristoranti.

"Non mi conviene – sottolinea Leonardo Tronconi, titolare di Mattacena in via del Moro –, avrei dovuto riempire il frigo col rischio di non lavorare, far tornare i dipendenti dalla cassa integrazione con tutti i costi del caso per poi richiudere dopo pochi giorni. Queste sono decisioni scellerate che ci stanno uccidendo. Abbiamo perso 250mila euro questo anno e abbiamo avuto in cambio un contributo di 21mila euro, briciole".

Da Palle d’Oro intorno alle 12 ci sono già i primi avventori. Come alla Drogheria di piazza Ghiberti. "Oggi abbiamo diverse prenotazioni – aggiunge il titolare Fabio Ruscigno –, noi siamo stati chiusi e non abbiamo tentato nemmeno con l’asporto, riprendiamo oggi (ieri, ndr) la nostra attività. Certo, questo apri e chiudi non porterà a niente di buono, il nostro lavoro ha bisogno di programmazione, i prodotti che usiamo sono freschi e, se ci chiudono da un giorno a un altro, ci costringono a buttare via tutto". Proprio sabato, quando la Drogheria era ancora chiusa, in piazza Ghiberti centinaia di persone si sono assembrate con bottiglie di alcol e cibo da asporto comprato in qualche locale dell’area. "Ho chiamato il pronto intervento dei vigili - riprende -, assurdo tenere chiusi i nostri locali, all’interno dei quali vengono rispettate in maniera rigorosa tutte le norme, e poi consentire simili assembramenti".

Non solo in centro, anche negli altri quartieri c’è voglia di normalità. Come in via Giampaolo Orsini con i Caffè della zona che sono tornati a vivere. Alla Trattoria Gigi i tavoli, già a partire dalla tarda mattinata, cominciano a riempirsi. "Noi non abbiamo mai chiuso e abbiamo fatto asporto, ma si tratta di una piccola parte dei nostri incassi. Circa il 30%. Siamo riusciti a reggere perché questa è un’azienda di famiglia" dice Francesco Lippi, uno dei titolari. "Abbiamo diverse prenotazioni e siamo fiduciosi. Alla gente mancava il ristorante e noi possiamo contare su una clientela affezionata" continua Lippi.

Anche davanti al Badiani sono tante le persone in attesa del proprio turno: "È presto per fare una stima - le parole del titolare Patrizio Pomposi -, ma abbiamo avuto una bella risposta da parte degli abitanti. Purtroppo navighiamo a vista e questo durerà solo pochi giorni". Per tanti imprenditori la finestra lampo però è una beffa: le attività beneficiate dal passaggio al giallo potranno servire i clienti ai tavolini solo fino a mercoledì quando poi tutta Italia fino al 6 gennaio cambierà colore, oscillando fra rosso e arancione. "Pochi giorni - conclude Daniela Boni della Trattoria San Lorenzo -, non ci conviene. Aspettiamo di capire cosa succederà dopo la Befana".