Carne e salumi sono in cima alle spese alimentari delle famiglie toscane, con una media di 111 euro al mese, seguiti da pane, pizza, pasta e cereali (83 euro), verdura (69 euro), latte e formaggi (64 euro), frutta (44 euro), pesci e frutti di mare (39 euro) e cibi pronti (32 euro), quest’ultima voce in crescita del 14 per cento. Complessivamente, il carrello della spesa delle famiglie toscane raggiunge i 505 euro mensili, un importo che fa ‘scivolare’ la regione dal settimo al sedicesimo posto nella classifica italiana per spesa alimentare, al di sotto della media nazionale di 526 euro.
Emerge da un’analisi di Coldiretti Toscana basata su dati Istat, che quindi stima per la Toscana una media di circa 6mila euro l’anno per l’acquisto di prodotti alimentari e bevande analcoliche. In testa alla classifica si posiziona la Campania, dove le famiglie spendono mediamente 614 euro al mese per riempire il carrello, mentre ultima è a Sardegna, con una spesa media di 425 euro al mese. Nel 2023 la spesa per acquistare pane, pasta, latte, verdure e tutto l’occorrente da mettere in tavola è aumentata su base regionale del 3 per cento rispetto al 2022, un incremento comunque inferiore rispetto a quello registrato in altre voci del bilancio familiare. Le spese per i trasporti, ad esempio, sono aumentate del 33 per cento, quelle per la salute del 9,4 per cento, e i servizi assicurativi hanno subito un rialzo del 10 per cento. La voce più pesante nel bilancio familiare rimane quella legata alla casa, tra affitti, bollette e spese varie, che incide per il 40 per cento sul totale delle uscite, seguita dagli affitti, che pesano per un ulteriore 25 per cento. La spesa per la tavola rimane comunque una componente importante del bilancio familiare in Toscana, assorbendo mediamente il 17 per cento delle risorse.
Questo dato è sensibilmente cresciuto negli ultimi dieci anni: nel 2013 la spesa media mensile per il carrello alimentare era di 434 euro, mentre oggi è salita a 505 euro, raggiungendo il valore più alto registrato fino a questo momento.
L’inflazione sui beni alimentari, che nel 2023 ha toccato il 9,6 per cento, ha contribuito notevolmente a questa impennata dei prezzi, costringendo molte famiglie toscane a cercare di risparmiare tra offerte, sconti e promozioni, e in molti casi a dover fare rinunce per riuscire a far quadrare i conti.