REDAZIONE FIRENZE

Il caso di Gloria. Processo chiuso: "Ci opponiamo"

Dopo la morte della 70enne affetta da Bpco l’Asl ha fatto istanza in quanto "cessata la materia del contendere". Ma il team legale non ci sta.

Dopo la morte della 70enne affetta da Bpco l’Asl ha fatto istanza in quanto "cessata la materia del contendere". Ma il team legale non ci sta.

Dopo la morte della 70enne affetta da Bpco l’Asl ha fatto istanza in quanto "cessata la materia del contendere". Ma il team legale non ci sta.

di Pietro Mecarozzi

Gloria è morta in attesa di una sentenza. Una decisione della Corte d’appello di Firenze che non è arrivata in tempo. In un processo che, forse, non avrebbe dovuto neanche tenersi. E sulla cui chiusura per cessata materia del contendere, chiesta dall’Asl Toscana centro con un’istanza, i legali della donna si opporranno.

Perché, secondo loro, una responsabilità dell’azienda è evidente. Il farmaco letale avrebbero dovuto fornirlo e somministrarlo loro.

È l’ultimo capitolo sul fine vita in Toscana. Gloria aveva chiesto di morire con dignità. La donna fiorentina di 70 anni era affetta da broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). È morta domenica 9 febbraio, dopo aver fatto ricorso alla sedazione palliativa, una procedura medica cui la donna ha dovuto far ricorso, viste le sue sofferenze, malgrado avrebbe preferito restare lucida fino alla fine.

Aveva chiesto di poter accedere al suicidio assistito, ma le sue richieste sono state ostacolate dalla azienda sanitaria locale. Nel febbraio 2024, la donna aveva avviato presso la Asl Toscana centro il percorso per ottenere l’accesso al suicidio medicalmente assistito, e lo scorso marzo la commissione medica multidisciplinare aveva accertato che la 70enne possedeva tutti i requisiti previsti dalla legge per accedere alla procedura. Tuttavia, nella relazione finale non erano indicati il farmaco letale, il suo dosaggio e la metodica di autosomministrazione.

Per questo ricorda l’associazione Coscioni, lo scorso 10 giugno era stata inviata alla Asl una lettera di messa in mora e diffida per chiedere la conclusione della procedura. Dopo cinque mesi dalla richiesta iniziale era stato approvato il protocollo medico ma non la fornitura dei farmaci e materiali. In assenza di risposte positive, la donna con la sua difesa legale, aveva fatto ricorso al tribunale per chiedere la condanna dell’azienda sanitaria all’erogazione del farmaco e della strumentazione necessaria all’autosomministrazione.

In primo grado il tribunale civile di Firenze a metà gennaio aveva confermato il diniego presentato dalla Asl Toscana Centro in merito alla fornitura dei farmaci. Il team legale di Gloria, coordinato dall’avvocato Filomena Gallo (nonché segretario nazionale dell’associazione Luca Coscioni) ha fatto ricorso in appello. E in questi giorni era attesa la sentenza di secondo grado.

Ma non c’è stato tempo. Gloria è morta alla vigilia della discussione in Consiglio regionale della Toscana della proposta di legge di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito. Che da martedì è legge.