
Maurizio Frittelli, presidente di. Montedomini
"Se l’audizione prosegue in questo modo mi alzo e me ne vado". Un paio di pregiudiziali ‘scomode’ hanno rischiato di far saltare il banco dell’audizione del presidente di Asp Firenze Montedomini Maurizio Frittelli in Commissione controllo. Che si è ritrovato, in contropiede, a redarguire i commissari al tavolo. Vero, c’è stato tempo per un check-up approfondito sullo stato di salute dell’azienda partecipata nel ramo socio assistenziale (Rsa compreso).
Il quadro economico finanziario "è solido e in equilibrio" ha ricordato ai commissari lo stesso Frittelli: una settantina di milioni come patrimonio immobiliare complessivo da "svecchiare", 177mila euro circa di avanzo di gestione dal consuntivo ’24 (11 milioni e rotti di ricavi a fronte di oltre 10 milioni di costi), un previsionale che proietta mezzo milione di ricavi. Ma anche un aumento di un 20-30% di costi di gestione, un problema oggettivo di posti auto per i parcheggi a causa dei cantieri della tramvia e un tpl limitato, una ristrettezza di margine operativo dato il blocco delle quote sociali per le Rsa che "non permette a Montedomini di competere con player privati che offrono più servizi di noi" (parola di Frittelli).
Ma, al contempo, sguardo rivolto al futuro col progetto del ‘Villaggio Montedomini’ e con la volontà di aprire la società a iniziative culturali e sociali. Evidentemente, però, Frittelli non aveva a pieno fatto i conti con una delle funzioni che la Controllo è chiamata espletare: quella delle compatibilità delle nomine. Domanda del presidente di Commissione Bambagioni: "C’è un tema di incompatibilità ai sensi della legge Severino nella sua nomina in quanto presidente anche dell’Orchestra della Toscana?"
No, Frittelli non ha dubbi: "Non ho fatto la corsa per diventare presidente di Montedomini – la precisazione –. Mi è stato ripetutamente chiesto e per spirito di servizio ho accettato l’incarico. Che si è rivelato essere una vera bega. Il mio (secondo) mandato con Ort è in scadenza a novembre. Da avvocato ho approfondito la questione, mi sono avvalso di pareri di espertissimi in materia, più quello del segretario generale di Palazzo Vecchio. E sulla base della dottrina e di una sentenza della Consulta, non c’è incompatibilità non essendo l’Ort un ente di diritto privato in controllo pubblico. In caso di conclamata incompatibilità, però, non avrò alcun problema a chiamarmi fuori da Montedomini".
La gazzarra è scoppiata subito dopo, quando la consigliera di Fd Cecilia Del Re ha ricordato "l’imbarazzo di un Comune che si trova senza segretario generale". Dopo le dimissioni di Pasquale Monea del 1° febbraio scorso, attualmente c’è un interregno a tre teste (Farsi, De Ponti, Graziani) in attesa della nuova nomina: "Noi non siamo d’accordo sulla compatibilità d’incarichi - ha detto Del Re -. Ma adesso non sappiamo più con chi interloquire, anche perché a svolgere la funzione di segretaria generale c’è anche sua moglie. Al di là della questione giuridica, ci sono evidenti profili di opportunità da valutare".
Apriti cielo. "Le osservazioni su mia moglie sono fuori luogo, sgradevoli e squallide - sbotta Frittelli -. Se l’audizione è questa, mi alzo e me ne vado". Ma alla fine, tensioni a parte, così non è stato.
Francesco Ingardia