REDAZIONE FIRENZE

Il Centro La Fenice diventerà il Polo delle marginalità

La struttura amplia l’offerta per sostenere chi ha più bisogno. L’assessore Funaro: "Accompagnare i fragili fuori dalle difficoltà"

Da Centro diurno si è trasformato prima in mini hub vaccinale e adesso in polo della marginalità. E’ la nuova vita del Centro La Fenice a Firenze (con ingressi da via del Leone e piazza Piattellina) che amplia l’offerta per le persone fragili e in situazioni di marginalità. Nei locali, sempre all’interno del complesso dell’albergo popolare, ci sarà spazio per sette nuove figure professionali (in aggiunta a quelle che già erano presenti): uno psichiatra, uno psicologo, un mediatore linguistico culturale, un "Peer support expert by experience" (una persona che esce dai percorsi di assistenza e che viene valutato idoneo a comunicare per facilitare il processo di emancipazione dalla condizione di disagio), un operatore agli sportelli di ascolto, di orientamento all’abitare e un operatore di strada.

Le nuove attività sono frutto dell’aggiudicazione del nuovo appalto, con un investimento comunale di 1,2 milioni per tre anni, un bel salto se consideriamo che l’appalto precedente prevedeva - sempre nel triennio - 400mila euro. Logica dunque la soddisfazione dell’assessore al welfare di Palazzo Vecchio Sara Funaro, così come del presidente del Coordinamento toscano marginalità Enrico Palmerini e del direttore della Società della salute di Firenze Marco Nerattini: "La Fenice - ha detto Funaro (che è anche presidente della Sds di Firenze) - adesso fornisce un servizio a tutto tondo e cerca di assistere in maniera più completa i senza dimora e le persone con marginalità. Il nostro obiettivo è quello di accompagnare i cittadini più fragili fuori dalla marginalità".

L’accoglienza si compone di tre modalità: accesso diretto tramite il "colloquio di primo contatto", registrazione e accoglienza diurna che - all’interno - prevede servizi di risposta ai bisogni primari (i cosiddetti servizi di bassa soglia) e un percorso di emancipazione da condizione di grave deprivazione socio-economica (servizi di seconda soglia). Tra i servizi a bassa soglia rientrano supporto psichiatrico e psicologico ma anche servizi socio-sanitari, quelli di seconda soglia permettono invece di raccogliere aspettative da parte delle persone, protagoniste ad esempio della definizione del progetto individuale. Risorse e impegno costante per riaffermare il concetto di dignità della persona, talvolta dato per scontato ma che scontato non è.

Niccolò Gramigni