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Apre cancelli e porte con un clic. E va installato all’interno della casa. Partita la campagna pubblicitaria su Firenze dopo lo stop alle keybox. .
di Antonio Passanese
“Fatta la legge, trovato l’inganno“, recita un antico adagio che calza a pennello con ciò che stiamo per raccontare. Dopo le keybox nascoste nelle cassette della posta, all’interno dei palazzi, o lasciate a decine di metri dall’abitazione (per evitare di essere beccati dalla Polizia municipale), ecco arrivare sul mercato un nuovo prodotto tecnologico che permetterà agli host di continuare a fare il check in da remoto e senza la necessità di recarsi sul posto per identificare personalmente chi prende in affitto un B&B o una stanza.
Parliamo del Ringo Lock, una chiave digitale, che attraverso un codice permette di aprire portoni dei palazzi e porte delle abitazioni con un semplice click. E negli ultimi giorni, proprio su Firenze, è partito un battage pubblicitario rivolto agli imprenditori degli affitti brevi ai quali, attraverso un video, viene spiegato, per filo e per segno, come funziona l’app e i suoi “benefici“.
In pratica, per pochi euro al mese – il noleggio va da un minimo di 30 a un massimo di 60 euro – agli host verrà recapitata una scatoletta metallica: Ringo, quindi, dovrà essere installato all’interno dell’appartamento e collegato, tramite Wifi, alla serratura degli ingressi. Se per posizionare tastierini e altri metodi per aggirare la delibera anti keybox, da martedì, sarà necessario il permesso di tutto il condominio, con questo lucchetto digitale, ideato da un’azienda slovena, non bisognerà chiedere alcuna autorizzazione.
Da dopodomani, giorno in cui entrerà in vigore lo stop ai contenitori portachiavi, gli affittacamere, dunque, avranno un’arma in più per aggirare la legge. Ma come funziona Ringo Lock? Per procedere all’apertura delle porte basterà che il proprietario condivida con l’ospite (attraverso sms, whatsapp o mail) un codice alfanumerico. Poi basterà cliccare sull’icona rossa – con scritto Building o Apartment – che compare sul proprio smartphone per avere libero accesso alla struttura. Questo prodotto, in pratica, permette di effettuare il check in anche se si è a migliaia di chilometri da Firenze e in barba a tutte le regole volute sia dal Viminale che da Palazzo Vecchio per motivi di sicurezza.
Con l’istallazione del Ringo Lock, per gli agenti della Municipale, sarà difficile, se non impossibile, arrivare all’identificazione dei trasgressori dell’articolo 109 del Testo unico di pubblica sicurezza che impone agli affittacamere – pena una multa da oltre 400 euro e la segnalazione alla Procura – il riconoscimento ’de visu’ degli ospiti.
Il comitato Salviamo Firenze, che ha fatto sua la crociata contro le keybox, è di nuovo sceso sul piede di guerra. E il portavoce Massimo Torelli annuncia un esposto per apologia di reato: "Abbiamo chiesto a Facebook il blocco della pubblicità del Ringo Lock perché viola la legge. Presenteremo anche un esposto".