REDAZIONE FIRENZE

Il cimitero dei Pinti una meraviglia a pezzi. Via alla raccolta fondi

La Misericordia lancia una raccolta fondi per il restauro del monumento. Tombe celebri in un luogo di rara bellezza, sconosciuto a tanti fiorentini

Cimitero dei Pinti (NewPressPhoto)

Firenze, 16 maggio 2021 - "Ma che spettacolo è?". Dieci minuti con il cancellone aperto su via degli Artisti e tutti si affacciano con gli occhi spalancati. Sì perché il cimitero della Misericordia, detto anche dei Pinti, è lo scrigno che non t’aspetti, nascosto com’è agli occhi dei fiorentini ormai da generazioni.

Eppure questo fazzolettone silenzioso, una bolla di storia galleggiante tra il caos dei viali e la ferrovia, è lì dal 1747. Riservato ai soli confratelli dell’Arciconfraternita della Misericordia, che all’epoca non accettava tra i membri le donne, è composto di sole sepolture maschili, unico al mondo. L’ultima tumulazione è del 1896, Emilio Lapi. L’interno è il film sgranato di una Firenze persa nella notte dei tempi, un Pantheon risorgilmentale dimenticato. Tombe solenni, frasi toccanti scolpite nel marmo.

Peccato che, in questo suggestivo emiciclo di luce, tutto stia andando a scatafascio. Mura sbrecciate, soffitti pericolanti, scale rotte e un custode amorevole che fa il possibile. "Ci vorrebbero tanti soldi per metterlo in sicurezza. – allarga le braccia Alessandro Ghini, capo di guardia della Misericordia – E’ un peccato non valorizzare un posto così bello, qua ci sono dei pezzi unici. Un tesoro che molti fiorentini purtroppo non conoscono neanche".

Da qui l’idea di lanciare una piattaforma on line. Tecnicamente si chiama crowdfunding, in soldoni è una raccolta fondi che partirà di qui a poco. Tutto è già pronto: si chiama ’Insieme per la Misericordia di Firenze’ e così recita la frase di presentazione: "Aderisci a questa campagna GoFundme così contribuirai a restituire alla città un piccolo gioiello nascosto".

La passeggiata dentro il cimitero, una capsula ottocentesca tra palazzi moderni, spezza il fiato. A ogni passo si leggono più o meno noti di alcuni nomi dei fratelli “giornanti”, e “buona voglia”, cioè ovvero impegnati nei servizi di carità della Misericordia. “Cav. Capitano Ferdinando Gugliantini, appartenne alla falange immortale di Curtatone e Montanara…“. E ancora: “Gaetano Bianchi, pittore fiorentino (1819-1892)“. Suggestive le cinque storiche vetture per il trasporto dei defunti. Sono due carrozze bianche per i bambini, le altre scure e – al tempo – dorate riservate invece agli adulti.

Emanuele Baldi