Tre strutture ricettive su quattro sono già in regola, ma Firenze è indietro rispetto alle altre grandi città italiane prese d’assalto dai turisti (ma la ministra Daniela Santanchè ha detto comunque che da parte del governo non c’è la volontà di fare "terrorismo" sulle multe). E’ il quadro che esce guardando il portale del ministero del turismo dedicato al Cin, il Codice identificativo nazionale diventato obbligatorio per tutte le strutture ricettive dall’inizio dell’anno con l’obiettivo di regolare in particolare il mercato degli affitti brevi. Sul sito del ministero si può monitorare in tempo reale la situazione: ieri pomeriggio a Firenze nella Banca dati strutture ricettive nazionale (Bdsr) risultavano registrate 20.675 attività con 15.525 Cin rilasciati, pari al 75,09% del totale, appunto, delle attività in banca dati. Roma è leggermente più avanti con il 77,66% (34.286 Cin su 44.147 strutture), così come Milano che ha raggiunto il 78,27% (24.888 strutture e 19.480 Cin), mentre Venezia ha già fatto uno scatto arrivando all’84,48% (25.711 codici rilasciati su un totale di 30.435 strutture registrate). In Toscana è molto avanti la provincia di Lucca con la Versilia: 85% di Cin rilasciati su un totale di 8.485 strutture registrate. La Toscana è la regione in cui è stato rilasciato il maggior numero di Cin in Italia: 54.224 ieri pomeriggio, davanti al Veneto (48.751), la Lombardia (48.469), il Lazio (40.254), la Puglia (36.722) e la Sicilia (35.418). La percentuale toscana di adeguamento alle nuove norme è pari all’80%.
Il sito del ministero offre ai turisti la possibilità di verificare l’autenticità di ogni singolo codice. La sanzione applicabile, a partire da ieri, varia da 800 a 8.000 euro in caso di strutture o immobili privi di Cin e da 500 a 5.000 euro in caso di mancata esposizione del Cin all’esterno dello stabile in cui è collocato l’appartamento o la struttura o di mancata indicazione del Cin in ogni annuncio ovunque pubblicato e comunicato. È inoltre prevista una sanzione da 500 a 5.000 euro a carico dei soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare e dei soggetti che gestiscono portali telematici in caso di mancata indicazione del Cin in ogni annuncio.
Il governo però, con la ministra Santanchè, ha annunciato un periodo di valutazione in accordo con le Regioni: "Come ho già avuto modo di dire qualche giorno fa, evitiamo di creare agitazione – le parole di Santanchè – Nei primi mesi procederemo insieme alle Regioni per effettuare verifiche e correzioni. Siamo decisi, ma consapevoli della necessità di dialogare con tutti. Non intendiamo fare terrorismo. Agiremo in modo fermo, nel rispetto di tutti, ma non vogliamo punire nessuno. Inoltre chi si comporta in modo sconsiderato dovrebbe considerare ciò che è successo a New York o a Barcellona. Non mi sembra che regole tanto restrittive abbiano funzionato".
Secondo Federalberghi "il codice identificativo nazionale è uno strumento utile" e la speranza è che "contribuisca alla bonifica di un mercato che purtroppo è ancora inquinato da situazioni sommerse, illegali o borderline. Il Cin nazionale sarà utilizzato anche sul fronte della trasparenza fiscale, visto che è prevista l’indicazione del Cin nelle dichiarazioni fiscali e nella dichiarazione unica nonché nelle comunicazioni delle transazioni effettuate sui portali, che gli intermediari devono inviare annualmente all’Agenzia delle Entrate".
L.B.