REDAZIONE FIRENZE

Il clan Suricati. Satira selvaggia sulle nostre ansie

Da venerdì al 23 marzo (ore 20,45, domenica 16,45) al Teatro Lumière, la compagnia ’I Pinguini Theater’ porta in...

Da venerdì al 23 marzo (ore 20,45, domenica 16,45) al Teatro Lumière, la compagnia ’I Pinguini Theater’ porta in...

Da venerdì al 23 marzo (ore 20,45, domenica 16,45) al Teatro Lumière, la compagnia ’I Pinguini Theater’ porta in...

Da venerdì al 23 marzo (ore 20,45, domenica 16,45) al Teatro Lumière, la compagnia ’I Pinguini Theater’ porta in scena una nuova e irresistibile commedia, ’La Famiglia Suricati’ che, con ironia e profondità, affronta le nevrosi della nostra società attraverso le vicende di un clan di suricati alle prese con l’occhio onnipresente di una telecamera. L’idea dello spettacolo nasce dal regista Pietro Venè, tra i fondatori della compagnia e appassionato di documentari sugli animali. Ispirato dal comportamento di questi buffi mammiferi dell’emisfero australe, Venè trasforma la loro storia in un’allegoria del nostro tempo e, mescolando comicità e critica sociale, ottiene uno spettacolo che fonde ironia, profondità e tenerezza.

Nel cuore della savana, una giovane suricata, in attesa di cuccioli, viene estromessa dal clan matriarcale e si unisce al compagno e a un anziano suricato, che offre loro rifugio nella sua tana. Ma il vecchio porta con sé un segno inquietante: un collare imposto dai ricercatori e, di fronte alla sua dimora, una telecamera che scruta ogni movimento. Per i suricati, gli umani diventano divinità misteriose che li osservano attraverso quell’occhio artificiale. Convinti di doverli intrattenere, iniziano a improvvisarsi attori in una serie di sketch, che citano celebri programmi della tv, così che tra scene alla ’MasterChef’, ’C’è posta per te’ o ’Forum’, l’effetto è esilarante. L’ansia da prestazione cresce mentre la batteria della telecamera si scarica, fino al momento decisivo: il documentarista riesce a comunicare con i suricati e gli propone di trasformare la loro vita in un reality show, garantendo cibo e protezione in cambio della loro autenticità. Ma il prezzo da pagare è alto: la perdita della loro vera natura, la sedentarietà forzata, la crisi di identità e il burnout, specchio delle derive della società dell’apparire. Il testo è scritto da Simone Fisti e Marco Bartolini.