REDAZIONE FIRENZE

Il clima resta incandescente La preside denuncia il ’Blocco’ E in 123mila firmano per lei

La dirigente del Da Vinci prende provvedimenti dopo lo striscione dei giovani di destra. Cresce la mobilitazione a suo sostegno. Il 4 marzo prevista la maxi manifestazione in città.

Prima i cazzotti e i calci fuori dl ’Miche’ immortalati nel video di uno smartphone, poi la manifestazione massiccia contro il fascismo al Campo di Marte, quindi in un’escalation che ha scavalcato i confini fiorentini in un battibaleno i veleni politici, accuse e controaccuse, lo scontro a distanza tra la preside del Da Vinci e il ministro Valditara.

Perfino il capo dello Stato Sergio Mattarella alla fine è intervenuto sui fattacci di via della Colonna parlando di "civiltà" come una "diga" contro la violenza (un grazie "a nome di tutta Firenze" al presidente della Repubblica è stato espresso dal sindaco Dario Nardella il quale al contempo ha ribadito che "il silenzio della premier Meloni è diventato assordante").

Una settimana sulle montagne russe per Firenze, poco avvezza, almeno in tempi recenti alle battaglie politiche giovanili che trovano più terreno fertile nelle metropoli. Ma, a quanto pare, non è ancora finita.

Ieri – proprio mentre "Blocco studentesco", formazione vicina a Casapound, pubblicava il video dell’azione dei giorni scorsi all’esterno del liceo scientifico Leonardo da Vinci contro la circolare della preside Annalisa Savino con alcuni militanti intenti a issare uno striscione con la scritta ‘Non ci fermerà una circolare’ (con tanto di copia della stessa data alla fiamme) – è arrivata la denuncia formale alla polizia per il blitz della stessa dirigente scolastica.

La Savino è da giorni al centro del dibattito nazionale dopo la diffusione nel liceo della circolare che richiamava tutti, docenti e studenti, ai valori dell’antifascismo in relazione ai fatti avvenuti davanti al Miche, tirando in ballo più o meno direttamente il clima creatosi con l’avvento del nuovo governo nazionale, riferimento questo che ha mandato su tutte le furie il ministro Giuseppe Valditara. La bufera dà segnali di schiarite.

In queste ore oltre 123mila persone hanno firmato la petizione online promossa da Priorità alla scuola a sostegno della preside "minacciata dal ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara". Priorità alla Scuola e tutta la comunità educante che si riconosce nei valori della scuola della Costituzione, si legge nella nota diffusa ieri, "ringraziano ancora la dottoressa Annalisa Savino per il messaggio a studenti e famiglie" e " le esprimono la loro solidarietà di fronte alle esplicite minacce di provvedimenti disciplinari, scandalosamente lanciate dal ministro".

"Il ministro che – continua la nota – come tutto il governo in carica, non ha speso nemmeno una parola sull’agguato fascista di sabato 18 febbraio, un episodio gravissimo successo davanti a una scuola pubblica, condanna invece la lettera della dottoressa Savino. Il ministro irride la dottoressa Savino perché ha ricordato che il fascismo nasce ‘ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici lasciata a se stessa da passanti indifferenti’". E ancora: "Il ministro sostiene addirittura che a una dirigente scolastica non compete entrare nel merito di queste faccende, di un’aggressione politica avvenuta davanti a una scuola. A chi competerebbe allora?". Intanto c’è una data ufficiale per la grande manifestazione in difesa della scuola e dei suoi valori che i rappresentanti delle rsu scolastiche avevano chiesto proprio a Flc Cgil, Cisl e Uil. Appuntamento al 4 marzo.

Anche il mondo universitario si mobilita a favore della preside. Sono già circa 450 i docenti universitari italiani - da Palermo a Milano, passando per Genova,

Firenze, Bari, Torino, Trento - che hanno firmato un documento di sostegno alla dirigente scolastica. Nel frattempo anche altri istituti fiorentini condannano i fatti del Miche. Maria Rita Urcioli, dirigente dell’Alberti Dante scrive così in una nota: "A nome mio e di tutta la comunità scolastica sento il dovere di condannare nel modo più deciso possibile l’accaduto".

Emanuele Baldi