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Mirko Severi impegnato nel taglio di una carota di ghiaccio per. un campione
Capire come è cambiato il clima nel passato per immaginare come potrà farlo in futuro. Conoscere le dinamiche che regolano il meteo, in anni pieni di eventi estremi e improvvisi, l’ultimo esempio a Firenze è vecchio di pochi giorni, è sempre più importante per programmare lo sviluppo delle città e le opere idrauliche che le devono difendere. Per questo assume un particolare rilievo anche il progetto a lungo termine che vede impegnata l’Università di Firenze con il team di esperti formato dai professori Mirko Severi, Rita Traversi e Silvia Becagli del dipartimento di chimica ’Ugo Schiff’.
Nella camera fredda dell’ateneo, a meno 25 gradi, verranno analizzati dei sub campioni prelevati dall’Antartide pochi giorni fa e custodi dei segreti del clima di 1,2 milioni di anni fa. Campioni che fanno parte della ’carota’ di ghiaccio più importante della storia, proprio perché nei suoi 2800 metri di lunghezza sono racchiuse le tracce più vecchie del paleoclima terrestre. Mai, finora, si era potuta analizzare la composizione chimica dell’atmosfera di epoche così lontane nel tempo.
Ma non è soltanto la profondità ’anagrafica’ a rendere straordinaria la scoperta fatta in Antartide. "Finora avevamo studiato il paleoclima fino a 800mila anni fa – spiega Severi – ma nel periodo precedente, che arriva appunto a 1,2 milioni di anni, si è verificato un cambiamento molto significativo, ovvero i cicli fra periodo glaciale e interglaciale si sono allungati da 41mila a 100mila anni, un intervallo che dura ancora oggi. Con i campioni che arriveranno a Firenze potremo capire cosa ha determinato questo cambiamento che è arrivato fino a noi e soprattutto qual è il ruolo svolto dall’anidride carbonica, adesso ritenuta ad un livello record nella storia. Era forse così anche 1,2 milioni di anni fa? Oppure no? E allora quale ruolo ha giocato il suo aumento, appunto, per arrivare alle condizioni meteorlogiche attuali?"
Domande sempre più decisive per creare modelli predittivi ma che richiedono studi approfonditi e certamente non brevi. I sub campioni dell’Antartide arriveranno in città dopo l’estate e richiederanno almeno un paio d’anni di studio mentre parallelamente altri tipi di analisi verranno fatti in altri paesi europei.
"In particolare a Firenze analizzeremo il contenuto ionico, siamo specializzati nella rilevazione del solfato che può ricostruire ad esempio la frequenza di catastrofi naturali come le eruzioni vulcaniche– chiude Severi – Possiamo fare davvero un passo avanti per comprendere il futuro del clima: ci aspetta un lungo lavoro con centinaia di sub campioni da decontaminare e analizzare, ma siamo pronti".
Leonardo Biagiotti