Il colpo di fucile al poliziotto. Due cacciatori in caserma: "Lo sparo è partito per errore"

I carabinieri hanno identificato i presunti bracconieri. Il proiettile esploso alle 22.30 nei boschi di Barberino. L’agente colpito all’atezza del gomito: le sue condizioni migliorano.

Il colpo di fucile al poliziotto. Due cacciatori in caserma: "Lo sparo è partito per errore"

I carabinieri hanno identificato i presunti bracconieri. Il proiettile esploso alle 22.30 nei boschi di Barberino. L’agente colpito all’atezza del gomito: le sue condizioni migliorano.

Un colpo partito per errore, perché sicuri di abbatere un preda. Due presunti bracconieri sono stati identificati dai carabinieri di Borgo San Lorenzo, accusati di aver sparato, martedì sera a Barberino di Mugello, a un agente della polizia provinciale della Città Metropolitana di Firenze, nel corso di un servizio di osservazione e controllo anti bracconaggio. Un colpo ravvicinato, con una carabina da caccia, sequestrata dai militari. Non si sa se volontario o dettato dalla paura, il proiettile partito alle 22.30 di martedì notte, ha colpito al braccio l’agente. Ricoverato a Careggi, il 56enne originario del Mugello, è statao sottoposto a un’operazione d’urgenza, non è mai stato in pericolo di vita e le sue condizioni sono in miglioramento.

Dopo il ferimento è stato dato l’allarme e i carabinieri sono arrivati sul posto trovando i due presunti cacciatori di frodo in un casino di caccia. La procura di Firenze, con la pm Linda Gambassi, e la compagnia dei carabinieri di Borgo San Lorenzo, indagano sul caso per ricostruire nel dettaglio la dinamica di quanto avvenuto e risalire a chi dei due ha premuto il grilletto.

Entrambi, secondo le prime ricostrzuoni, si sarebbero difesi dicendo di aver sparato perché sicuri di aver mirato un animale. Il fatto è avvenuto in un’area boschiva e isolata, con quasi nessuna struttura nei dintorni. Come accade regolarmente, la polizia provinciale si occupa di sorvegliare numerose aree che potrebbero finire nel mirino dei bracconieri. In questo periodo la caccia è infatti ancora chiusa.

"Esprimiamo tutta la nostra vicinanza all’agente e al corpo di polizia provinciale che, spesso con risorse limitate, deve affrontare la piaga del bracconaggio in un clima sempre più aggressivo, cattivo e violento. Un clima che è frutto anche di politiche altrettanto aggressive e che sostengono la caccia e strizzano l’occhio al bracconaggio spesso forzando le regole istituzionali. Chiediamo che sulla vicenda sia fatta la massima chiarezza", ha commentato Sergio Costa, vicepresidente della Camera coordinatore del Comitato Pianeta 2050 del M5S.

P.m.