Doveva essere una serata magica: il gruppo preferito dal vivo, i due figli lasciati a casa, e al fianco la donna amata. Per Antonio Morra e sua moglie, si è trasformata invece in una tragedia. Tutto è durato il tempo di una sigaretta: il tempo di uscire all’esterno del Mandela forum - dove si stavano esibendo i Subsonica –, ed essere risucchiati in un vortice di violenza e disperazione. Antonio, nel palasport fiorentino, non è mai rientrato. Sulle scalinate esterne discute con un gruppo di operai, qualcuno lo colpisce con un pugno alla testa, rotola giù per le scale e perde i sensi. Un’ambulanza lo trasporta in gravi condizioni all’ospedale Careggi di Firenze, dove muore per i gravi traumi riportati alla testa dovuti alla caduta.
Dalle immagini, ad attivazione di movimento, si vede distintamente il momento in cui il 47enne viene colpito da un collega dell’uomo con il quale discute. L’unico con il viso rivolto verso la telecamere è l’uomo che sferra il colpo mortale. Gli altri colleghi sono a delimitare l’uscita dalla gradinata, tutti di spalle e con le pettorine catarifrangenti – fattore che sta complicando non poco le indagini della squadra mobile. Il video è ripreso da una telecamera troppo distante perché possa essere riconoscibile il volto dell’aggressore, ma non è escluso che la Scientifica della polizia riesca a rendere le immagini più nitide.
Nel momento in cui Antonio precipita c’è una persona che sta scendendo velocemente la stessa scalinata e si affretta quando il giovane cade a terra tra un capannello di persone. Probabilmente si tratta della moglie del 47enne.
Al momento del colpo letale ci sono ai piedi della scalinata una decina di persone tra cui almeno otto indossano la pettorina distintiva. Uno, dopo il cazzotto, la sfila. Dal video si vede distintamente un altro uomo con indosso una felpa rossa che ha sicuramente assistito a tutta la scena, mentre all’inizio del filmato un’altra persona è seduta in cima alla scalinata quando Antonio scende in direzione dello staff, barcollando tanto da sbattere leggermente sul corrimano. Poi però la sequenza salta al momento della discussione e infine alla scena del colpo.
Il pm Alessandro Piscitelli ha aperto un fascicolo per omicidio e disposto un’autopsia d’urgenza sul corpo. Ieri, in questura, sono anche stati ascoltati per molte ore tutti e nove gli operai. Nessuno ha confessato, nessuno ricorda chi ha sferrato quel cazzotto mortale. La loro versione fa perno sulla "legittima difesa": Morra, dopo le prime frizioni, avrebbe tirato fuori il coltello. L’arma è stata sì trovata dalla polizia, che però sta cercando di capire a chi appartiene, e non è escluso che sia stata messa lì proprio da uno dei nove operai, per depistare le indagini. Antonio Morra, che lascia tre figli piccoli, faceva l’operaio in una ditta di smistamento pacchi a Calenzano. Era un grande tifoso del Napoli e amante della musica. "Una persona perbene", dice chi lo ha conosciuto.
P.M.