Il sesto compleanno lo avrebbe festeggiato con famiglia e amici, la piccola Kata, se quel maledetto 10 giugno non fosse scomparsa dalle viscere dell’Astor occupato. Dieci mesi dopo invece, è ancora mistero di cosa ne sia della bimba e mamma Katherine organizza una festa ai giardini di piazza Puccini perché l’attenzione non cali. Ieri una trentina di persone si sono ritrovate nel parchetto per non far spengere i riflettori sul caso. La maggior parte sono peruviani, ci sono tanti bambini che hanno portato disegni e pensierini per Kata. Viene tirato un nastro tra due alberi e li appendono lì, il giardino si riempie di colori e parole per la bimba. Appesi al muro manifesti d’appello: "Smettiamo di giudicare i genitori e i familiari di Kataleya. Con tutto il cuore vi preghiamo di aiutarci a trovarla". "Solidarietà con la nostra Kata, liberatela è una bimba innocente".
C’è anche quello dell’associazione Penelope: "Sempre con te, sempre per te: ovunque, comunque, chi cancella dimentica, noi non dimentichiamo". I bambini giocano spensierati, si rincorrono e ridono, ignari di quel dramma; gli adulti si abbracciano tra le lacrime. Katherine Alvarez nel turbinio di dolore e commozione piange disperata abbracciata a un albero con la foto di Kata. In molti cercano di consolarla, ma lei singhiozza sempre di più.
Sopra al rinfresco palloncini rosa e bianchi, un sei dorato ricorda l’età in cui la bambina sta entrando: "Non farò che dire a mia figlia, alla mia principessa, che lei non è da sola, che abbiamo ricordato il suo compleanno e che gli voglio tanto bene, che la mamma è qui con tutti i suoi amici e la stanno aspettando. E voleva dirle anche una cosa bella: abbiamo, amore mio, una nuova amica che mi sta aiutando a cercarti, Stefania Santorini, la mia criminologa; sono molto contenta di averla conosciuta: è come una mamma, una sorella, un’amica e ti vuole tanto bene. Ti cerca e fa di tutto per ritrovarti con la mamma. Ti auguro buon compleanno amore mio, ovunque tu sia, ti mando un bacino. Ricordati il nostro cuore è insieme. Tesoro mio, continuerò a lottare per la tua ricerca. Farò tutto quello che posso fare. Non mi arrenderò mai. Ti voglio tanto bene". Manca il babbo Miguel, ancora detenuto, ma dal carcere gli è stato concesso di mandare un video: canta tanti auguri, dice alla figlia che la ama e trattiene a stento le lacrime. Qualche canzone struggente, la festa si chiude con un appello in coro: "Torna a casa presto, Kateleya!".
Carlo Casini