FRANCESCO GURRIERI
Cronaca

Il Comune e le arance di via Larga

Arte e dintorni

Firenze, 8 agosto 2023 – Si è appreso della volontà di ‘migliorare’ la programmata pedonalizzazione di via Cavour piantandovi alberi di aranci. Diciamo subito di augurarci che l’idea non sia stata ancora trasformata in atto amministrativo. Ma quale fondatezza storica e culturale ha codesta operazione? L’attuale via Cavour non è che l’evoluzione del tracciato realizzato nel terzo decennio del XIV secolo, come arteria parallela e alternativa alla via San Gallo, divenuta già allora troppo trafficata per l’esercizio della mercatura. Più tardi, col potere economico-politico dei Medici, con Cosimo il Vecchio, la tratta fra l’attuale via Martelli e piazza San Marco divenne un vero e proprio ‘quartiere mediceo’, costruendovi il Palazzo di famiglia, dandone l’incarico a Michelozzo (dopo lo sgarbo del diniego a Brunelleschi), ristrutturando il compendio di San Marco con l’esemplare Biblioteca, e realizzando quel Giardino Mediceo, contiguo alla Palazzina della Livia, dove, tra piante e fiori, si esercitavano i giovani geni dell’arte. Quella

strada monumentale divenne la ‘Via Larga’, per la sua dimensione: tanto larga che vi si fecero rappresentazioni pubbliche, come la ‘Giostra del Saracino’, immortalata dallo Stradano alla fine del Cinquecento. Dunque, mai e poi mai, via Larga fu immaginata alberata, come del resto nessuna strada della città intramurale. Infine, qualche considerazione tecnica: si è pensato seriamente a cosa comporterebbe mettere a dimora le piante in via Cavour? Disselciare, scavare buche sufficientemente profonde per ospitare e consentire la crescita delle radici, distruggere, alterare e comunque modificare gl’impianti di raccolta dell’acqua piovana, spostare tubi dell’acquedotto, linee elettriche e telefoniche e quant’altro, con spese sicuramente assurde. E l’assurdo è il contrario della ragione. Tacendo della gestione dell’impianto arboreo con necessità di irrigazione e manutenzione. Ci auguriamo che si voglia rifletterci, prima di avventurarsi in un’operazione che potrebbe far sorridere più di un angolo del mondo.