
Dante, durante il primo canto dell’Inferno, narra di aver incontrato tre animali, tra i quali quella che mette lui più in soggezione è la Lupa, allegoria della cupidigia.
In questo periodo il Covid può essere associato a quest’ultima. Il virus, che da più di un anno ormai condiziona le nostre vite, sta ammalando tutto il mondo come faceva la cupidigia ai tempi di Dante. Il poeta, come salvezza, immagina l’avvento di un Veltro (un cane) che libererà il pianeta dalla Lupa, e quindi, dalla cupidigia:
“Molti son li animali a cui s’ammoglia, e più saranno ancora, infin che ‘l veltro verrà, che la farà morir con doglia”. Questo, il veltro, come racconta Virgilio a Dante, riporterà l’Italia ai suoi anni di maggiore onore, quando morirono la vergine Camilla, Eurialo, Turno e Niso: “Di quella umile Italia fia salute per cui morì la vergine Camilla, Eurialo e Turno e Niso di ferute”.
Cosa o chi potrebbe essere il nostro “Veltro” che farà finire una volta per tutte questa pandemia scoppiata 700 anni dopo la morte del sommo poeta? Per tutto il 2020 abbiamo sperato in un vaccino che ci salvasse. Potrebbe essere questo il “Veltro” che tutti noi stiamo aspettando?
Speriamo di riaffiorare da questo “inferno” uscendo finalmente a riveder le stelle.