
Il cuore francese batte a Firenze Riapre il Consolato generale "Qui interessi strategici"
di Erika Pontini
Raccontano che alle regine fiorentine Maria e Caterina dè Medici mancassero a tal punto i giardini di Boboli da volerli identici a Parigi. Un po’ come la storia del gelato che un cuoco fiorentino corse a insegnare alla Corte di Enrico II. Senza scordare il pellegrinaggio di Leonardo Da Vinci, uno dei figli più illustri di questa terra.
C’è tanta Firenze in terra di Francia e tanta Francia in riva all’Arno se addirittura Monicelli scelse un francese, Philippe Noiret per vestire in ’Amici miei’ i panni del Perozzi, giornalista de La Nazione. E adesso quel filo mai spezzato, ma solo interrotto, che si colora anche di giallo grazie al Grand Depart, si riannoda.
Riapre dopo venticinque anni il Consolato generale di Francia a Firenze: città scelta per suggellare un patto di amicizia e riaccendere gli interessi comuni in campo culturale e economico. "Il sodalizio Italia-Francia conosce un nuovo slancio col Trattato del Quirinale, che mira a avvicinare i due paesi a 360 gradi. Passa per la Toscana, cuore pulsante dell’amicizia tra i nostri due Paesi. Firenze aveva la vocazione di tornare ad avere il suo Consolato Generale", le parole dell’ambasciatore Christian Masset che giovedì sarà a Firenze per l’inaugurazione della rappresentanza diplomatica in piazza Ognissanti, storica sede dell’Institut francais.
A capo della delegazione il console Generale, Guillaume Rousson, ex ambasciatore in Bosnia Erzegovina che sarà responsabile di Toscana, Marche e Repubblica di San Marino oltre che direttore dell’Istituto Francese.
"La riapertura del Consolato – spiegano da Palazzo Farnese – è un forte segnale dell’importanza attribuita dalle autorità francesi a questo territorio per l’intensità dei suoi legami con la Francia e per il potenziale di cooperazione che racchiude".
In riva all’Arno vivono quasi 4mila francesi sui 40mila totali e ogni anno, più di 500 studenti conseguono un doppio diploma in Toscana (28 scuole della regione offrono il doppio diploma Esabac) che consente agli studenti italiani di accedere alle università francesi. Senza scordare il Lycée Victor Hugo con 500 studenti, dalla scuola materna alle superiori mentre Villa Finaly è la sede fiorentina dell’Università di Parigi, la Sorbona.
Ma sono i legami economici, in particolare, a essere da sempre particolarmente stretti. La Francia è il secondo cliente della Toscana, il secondo investitore estero e il terzo fornitore.
Le esportazioni verso la Francia provengono principalmente dalla farmaceutica (+80% nel 2021 nel contesto della crisi sanitaria), dall’industria del cuoio e delle calzature e dal settore metallurgico. Ben 101 filiali francesi si trovano in Toscana e rappresentano quasi 10.500 posti di lavoro, soprattutto nel campo della moda con i colossi del Gruppo Kering, con Gucci e Richard Ginori, o LVMH, con Emilio Pucci e i siti produttivi di Dior, Bulgari, Fendi, Celine e Loro Piana. Anche il settore dei trasporti è presente in Toscana con il gruppo RATP che ha in mano la tramvia e in pancia il trasporto pubblico locale. Anche il gruppo Thales è presente con un sito a Firenze, importante per il gruppo nel settore delle fibre ottiche, l’idrogeno verde tramite McPhy.
L’ultima alleanza franco-fiorentina, fiore all’occhiello del comune targato Nardella è recentissima con l’aggiudicazione della partenza l’anno prossimo del Tour de France che porterà in città 20 milioni di indotto e 400 posti di lavoro. Un risultato che arriva dopo quelli che il sindaco definì 10 anni di "gentili insistenze". Fino al quasi inaspettato sì del direttore del Tour, Christian Prudhomme. "Convinto con la tenacia e un messaggino del marzo 2020 in pieno Covid: una foto di Firenze, bellissima e deserta".
L’apertura ufficiale è in programma giovedì mattina alla presenza del presidente della Regione, Eugenio Giani, del sindaco Dario Nardella, del prefetto Francesca Ferrandino e della comunità francese.