Il decalogo Sunia arriva in Comune: "Riconquistare spazi di abitabilità. Adesso agiamo sulla leva fiscale"

Il segretario generale del Sunia in settimana vedrà l’assessore Paulesu

Il decalogo Sunia arriva in Comune: "Riconquistare spazi di abitabilità. Adesso agiamo sulla leva fiscale"

Fabio Seggiani,. segretario generale Sunia Toscana e di Firenze

FIRENZE

"Il tema è riconquistare spazi di abitabilità. Firenze e il suo centro sono già perse, ma dobbiamo leggere la direzione e capire come questa direzione sia sbagliata. E correggerla". Fabio Seggiani, neo segretario generale del Sunia di Firenze in questa settimane vedrà l’assessore alla Casa di Palazzo Vecchio, Nicola Paulesu per consegnare in Comune il documento dell’Alleanza per abitare. "Un decalogo – spiega Seggiani – di dieci proposte siglato in Camera del lavoro da oltre venti i sottoscrittori, con il quale affrontare l’emergenza casa".

Tra queste: estendere il blocco degli affitti turistici anche oltre l’area Unesco, più investimenti in edilizia pubblica, maggiori contributi all’affitto, la promozione di patti per l’affitto sostenibile fra proprietari e inquilini, ma anche mettere mano alla leva fiscale sui grandi proprietari di AirBnb. "Non si corregge dicendo cosa è vietato fare, ma regolamentando. Se noi andiamo a vedere quante case destinate all’abitare ci sono, ci accorgiamo che circa l’80% di queste proprietà non sono del piccolo risparmiatore che si è costruito una casa con fatica e, giustamente, vuole metterla a rendita. Ma sono di gruppi immobiliari o famiglie". La priorità per Seggiani: ‘riconquistare’ spazi e consentire a una famiglia che lavora di avere un mercato al pari dei parametri salariali. "C’è la partita degli alloggi popolari vuoti e non riaffidati che riguarda una popolazione sotto i 15mila euro di Isee. Ma ci sono anche lavoratori e lavoratrici con un Isee superiore che non si possono permettere una residenza nel posto dove lavorano. Un esempio? Un’insegnante che viene dal Meridione, grazie al concorso, ha vinto una cattedra a Firenze. Con un salario di 1.400 euro al mese è costretta a rinunciare. Il 56% del reddito di un impiegato pubblico viene assorbito dal costo della casa. E intendo anche le bollette. È chiaro che questi giovani lavoratori rinunciano al posto".

E a pagare pegno è la pelle della città. Seggiani snocciola i dati di una Firenze dove in tre anni, sono chiusi 3mila esercizi di vendita al dettaglio. "Negozi – precisa – che vendevano ai residenti. Segno che le città così perdono l’anima. Sta sparendo la classe media. Quello che sta facendo il Comune di Firenze ha tutto il nostro appoggio: è un atto politico importante. Ma serve una regolamentazione anche dal punto di vista fiscale. Ci vuole cioè anche più coraggio: per questo stiamo lavorando sull’aspetto legislativo e normativo per vedere cosa sia possibile fare. E se è possibile frenare la corsa di molti ai quali scade l’affitto dell’inquilino e subito destinano la casa all’affitto breve".

Tra gli spunti contenuti nel decalogo della Cgil che presto sarà consegnato in Comune ci sono anche la creazione di una banca dati che raccolga l’entità degli immobili pubblici dismessi e verifichi il numero degli appartamenti privati sfitti. E poi l’istituzione di un’agenzia sociale per la casa cioè un organismo a gestione pubblica, finalizzata all’accesso alla locazione, alla garanzia della legalità e della sicurezza, che attivi soluzioni di supporto a inquilini e proprietari.

cla.cap